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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 10:21.
Gpi cambia statuto dopo l'alleanza stretta tra Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza. La holding non quotata a capo della filiera che, tramite Camfin, porta a Pirelli, con l'assemblea del 20 luglio scorso, ha adottato uno statuto interamente riscritto per tener conto del riassetto nell'azionariato che ha portato la famiglia genovese a salire al 30,94% nel capitale di Gpi, secondo socio dietro alla MTP della famiglia Tronchetti che detiene poco meno del 62 per cento.
Contestualmente, con il rinnovo del vertice – Marco Tronchetti Provera presidente, Mattia Malacalza vice-presidente e Giorgio Luca Bruno amministratore delegato – sono state precisate anche le competenze del vice-presidente. Il ruolo affidato a Mattia Malacalza, come emerge dal verbale del cda – non sarà di pura rappresentanza. Prova ne è l'attribuzione di una serie di poteri in tema di strategie da concordare con l'ad della società. Toccherà a lui «individuare le strategie più idonee per il consolidamento e lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali della società». E questo – si mette in chiaro – «anche per il tramite di società controllate diverse da Camfin e società dalla medesima controllate e partecipate». Una precisazione, quest'ultima, che sembra far riferimento alla "controllata" Pirelli, che non ha i Malacalza tra i suoi azionisti. In questo modo, dunque, si conferma lo spirito dei patti siglati tra le due famiglie sulla "strategicità" del gruppo dei pneumatici.
Le novità dello statuto, che sono sempre da leggere di riflesso ai patti, riguardano invece le clausole relative al trasferimento delle partecipazioni e l'introduzione del voto di lista per la nomina di consiglio di amministrazione e collegio sindacale, mentre sono dettagliate le competenze esclusive del board che non possono essere delegate ad amministratori o comitati.
Le azioni Gpi sono "liberamente" trasferibili «a causa di morte e, per atto tra vivi, al coniuge ovvero ad ascendenti, discendenti in linea retta o a fratelli o a sorelle ovvero a società da essi controllate». Vale invece il diritto di prelazione degli altri soci qualora uno degli azionisti intenda trasferire a terzi a titolo oneroso la propria quota o parte della propria quota, oppure se le azioni sono ereditate non dai parenti stretti. Le stesse regole si applicano nel caso di di trasferimento di diritti d'opzione o assegnazione in caso di aumenti di capitale, mentre è disciplinata anche l'eventualità che il socio-persona giuridica possa mutare l'assetto proprietario.