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Finanza e Mercati In primo piano

Premio americano a John Elkann

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 08:53.

Non solo la Presidenza della Fiat. Il "Coming of Age", come si direbbe in America, la "maturazione", di John Elkan nel 2010 la si misura attraverso una serie di riconoscimenti internazionali che hanno portato Elkann, a soli 34 anni, a seguire le orme del nonno Gianni, l'Avvocato, uno degli italiani più conosciuti all'estero. Elkann è sempre stato molto discreto in materia. Questa sera invece sarà protagonista di un evento molto pubblico, la cena annuale della "Appeal of Conscience Foundation", un premio per promuovere la tolleranza fondato dal Rabbino Arthur Schneier.

I premiati sono sempre un capo di stato o di governo e due personaggi del mondo degli affari o della società civile. Quest'anno il premio "Uomo di Stato Mondiale" andrà al primo ministro indiano Manmohan Singh. Venticinque anni fa il premio "Appeal of Conscience" andò all'Avvocato Gianni Agnelli. Quest'anno Bernard Arnault, capo di Lvmh e Presidente d'onore, lo darà a John e al finanziere Stephen Schwarzman, il fondatore di Blackstone Group. Qualche tempo fa, a chi gli chiedeva se non fosse troppo giovane per assumersi certe responsabilità Elkann rispondeva che il «merito prevale sull'età». John Micklethwait, il direttore dell'Economist è stato con noi ancora più preciso: «La cosa che ti colpisce di John è che è straordinariamente efficace e che conosce il mondo ben al di là dell'Italia, e se per questo dell'America…».


Ad esempio in Cina, dove Elkann si reca più volte all'anno e dove è membro già da qualche tempo dell'Iblac, il consiglio internazionale del sindaco di Shanghai. In effetti, al di là dei rapporti di famiglia, il punto di forza di Elkann è che lavora ai vertici del gruppo Fiat da 12 anni. E dunque ha potuto intrecciare prima di altri l'unica cosa che conta negli affari: rapporti personali diretti. A partire dal Bilderberg, club esclusivo dove gli altri italiani sono soltanto Mario Draghi, Mario Monti e Tommaso Padoa Schioppa. È anche membro della European Round Table, della Trilaterale (di cui il nonno fu co-fondatore con David Rockefeller), è vicepresidente di Aspen Italia. Ma il vero decollo per Elkann resta quello degli ultimi 10 mesi: è entrato nei consigli di amministrazione dell'Economist a Londra e di le Monde a Parigi; nel consiglio internazionale della Brookings Institution, uno dei più autorevoli think tank a Washington; ha partecipato a luglio a Sun Valley agli incontri della Allen & Co, una delle più potenti banche d'affari nel settore dei media, dove le raccomandazioni non contano. Ma forse l'incarico più prestigioso è quello di "Trustee" nel consiglio del Museum of Modern Art, dove è entrato nei mesi scorsi. Nel board del Moma è l'unico italiano, ed è in compagnia dell'ultranovantenne David Rockefeller, di Marie Jose Kravis, attuale presidente operativo e moglie di Henry Kravis, il finanziere che ha fondato Kkr. E il premio per l'appello alla Coscienza e alla libertà di fede di questa sera? Beh, in famiglia la diversità religiosa domina. Suo padre è di religione ebraica. Sua madre da cattolica è diventata protestante ortodossa. Suo zio Edoardo ha avuto passioni prima per il buddismo e poi per l'Islam. Suo fratello Lapo si è avvicinato alla religione ebraica e suo zio Giorgio la pratica normalmente, ma è sposato con una cattolica. E il business? Quello c'è sempre. Per i contatti. Ma anche perché, come disse suo nonno quando ottenne lo stesso premio 25 anni fa «dove c'è pace e tolleranza, gli affari sono sempre più facili».

Tags Correlati: Allen & Co | Arthur Schneier | Aspen | Bernard Arnault | Blackstone Group | Brookings Institution | Cina | Coming of Age | Fiat | Gianni Agnelli | Italia | John Elkann | John Micklethwait | Kkr | Mario Monti | Stati Uniti d'America | Stephen Schwarzman | Struttura delle società | Tommaso Padoa Schioppa

 

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