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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 14:09.
Les Echos mette Alessandro Profumo sul "seggiolino eiettabile"."Pronto a lasciare", titola il Financial Times. "Ci si aspetta che il capo di UniCredit offra le dimissioni", scrive il Wall Street Journal.
Nell'attesa dello show-down al consiglio d'amministrazione straordinario di oggi, la stampa internazionale fa congetture sul dopo. Per il Financial Times – che evidenzia la notizia sulla homepage del suo sito web - Dieter Rampl potrebbe assumere il doppio ruolo di presidente e amministratore delegato, fino a quando non sarà trovato un sostituto. "Il successore di Profumo potrebbe essere insediato prima di Natale", aggiunge il quotidiano britannico citando fonti al corrente della vicenda.
Tra le ragioni che hanno portato al punto di rottura, le fonti interpellate dal Ft sottolineano "un deterioramento delle relazioni con il top management". Inoltre, la relazione con la banca tedesca Hvb, con cui Profumo ha orchestrato la fusione nel 2005 per creare una delle più grandi banche europee, "è diventata particolarmente difficile". Secondo una fonte, alcuni esponenti del top management non gradivano che si comportasse come "Ceo e presidente allo stesso tempo".
Profumo – continua il quotidiano - è anche criticato dai politici italiani e dagli azionisti locali per avere lasciato che la Libia prendesse una quota del 7,5% nel capitale di UniCredit. Il Ft ricorda che il Ceo aveva sollecitato i libici a comprare una quota dopo che Cariverona aveva deciso di non partecipare a un aumento di capitale.
Prima della crisi, ricorda il Ft, Profumo era lodato come uno dei principali banchieri d'Europa per avere voluto la fusione con Hvb e avere portato Unicredit nei mercati in crescita dell'Europa dell'Est. Ma nel 2009 il titolo Unicredit è sceso dell'85% a causa delle perdite registrate a Est. A lungo termine, tuttavia – conclude il Ft offrendo una sponda al Ceo - proprio grazie ai piani di espansione di Profumo, UniCredit "ha più possibilità di crescita" rispetto ad altre banche gestite in modo più conservatore.
Dalla cronaca del Wall Street Journal emerge una certa simpatia per Profumo: "E' una figura importante del mondo bancario italiano, poiché ha guidato un cambiamento nella sua cultura", in particolare allontanandosi dal modo di fare affari dietro le quinte tipico delle banche italiane. "Mentre le altre banche costruivano partecipazioni incrociate delle principali aziende italiane, che permettevano loro di tirare le fila dell'economia italiana,