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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2010 alle ore 08:02.
GENOVA
Nel solco della continuità. Con una fitta serie di contatti e mediazioni, Flavio Repetto, presidente della Fondazione Carige, ha lavorato durante l'estate per garantire equilibri inalterati all'interno dell'ente che ha in portafoglio il 44% della principale banca ligure. E il risultato di una paziente opera di tessitura il patron del gruppo dolciario Novi-Elah-Dufour lo ha raccolto ieri: il voto unanime con il quale il consiglio di indirizzo della Fondazione ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione dell'ente per il prossimo triennio. Un organo di governo della Fondazione che presenta solo un paio di caselle mosse, ampiamente previste alla vigilia: la docente universitaria Angela Testi che subentra, in quota al centrosinistra, al neoassessore regionale Sergio Rossetti e l'industriale oleario imperiese Pietro Isnardi che, sul versante del centrodestra, va a occupare in Fondazione il posto di Marco Simeon, uomo di fiducia del cardinal Tarcisio Bertone, destinato a sedersi sulla poltrona, lasciata libera dallo stesso Isnardi, nel cda di Carige a presidio dei 100 milioni di obbligazioni convertibili sottoscritte dallo Ior nella banca genovese.
A conti fatti, regge al rinnovo di ieri il vecchio accordo bipartisan con il quale, all'inizio del 2007, l'allora ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, e l'allora, e ancor oggi, presidente della Regione, Claudio Burlando, avevano sancito gli equilibri geopolitici in seno a una Fondazione appetita tanto da un capoluogo regionale in mano al centrosinistra quanto da un'ala di Ponente, feudo incontrastato dell'ex ministro dello Sviluppo economico dell'attuale governo Berlusconi. Per tracciare l'auspicato solco della continuità, Repetto ha dovuto gestire un duplice rinvio nella tabella di marcia della nomina del consiglio che era scaduto all'inizio dell'anno. Il rinnovo ha subito un primo slittamento a causa delle elezioni regionali del marzo scorso. Poi, a ruota, un nuovo stop imposto dalla vicenda immobiliare che ha coinvolto Claudio Scajola.
In attesa di decifrare il futuro destino politico dell'ex ministro imperiese, Repetto ha condotto in porto un'operazione di riproposizione in blocco, o quasi, del consiglio uscente. Confermati i due vicepresidenti, entrambi scajoliani di stretta osservanza, l'imperiese Ivo De Michelis (vicario) e il genovese Pierluigi Vinai. La rappresentanza del Ponente è completata dalla new entry di Isnardi e dall'ex sindaco di Sanremo, Giovenale Bottini. Due, Angela Testi e il confermato, Enrico Beltrametti, ex rettore dell'Università di Genova, i consiglieri in quota agli enti locali genovesi governati dal centrosinistra. A completare il quadro la pattuglia di consiglieri super partes, anch'essi tutti confermati: i docenti universitari Amedeo Amato e Sergio Maria Carbone, l'imprenditore Beppe Anfossi e un monsignore, Giovanni Noli, indicato dal presidente della Cei e cardinale di Genova, Angelo Bagnasco, che aveva raccolto l'invito rivolto, tre anni fa, dal governatore ligure alla curia genovese di indicare un proprio rappresentante nel board della Fondazione.