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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 09:13.
Astaldi entra nella fase tre. Dopo aver dedicato due lustri a riorganizzare la società ora il vertice, nel suo nuovo assetto con il presidente Paolo Astaldi affiancato dall'ad Stefano Cerri, dai due vice presidenti Ernesto Monti e Giuseppe Cafiero, e dai quattro direttori generali, uno per ciascuna area geografica di riferimento (Paolo Citterio, Rocco Nenna, Cesare Bernardini e Luciano De Crecchio), è pronto a consolidare e sviluppare il nuovo corso. Tanto che ha presentato in anticipo rispetto alla tradizione il nuovo piano industriale basato sui dati preconsuntivi 2010 che stimano ricavi per 2 miliardi e un utile netto superiore ai 60 milioni. Cifre che rappresentano i pilastri sui quali si svilupperà la crescita futura. «Una crescita rigorosamente per linee interne, come è stato fatto fino a oggi, ma che non esclude la possibilità di cogliere le opportunità che si presenteranno», ha spiegato il presidente Paolo Astaldi in un colloquio con Il Sole 24 Ore.
D'altra parte, i numeri al 2015 sembrano tracciare un quadro confortante per il destino della società. Il vertice si aspetta 3 miliardi di ricavi e un utile di 135 milioni a fine periodo a fronte di un portafoglio ordini di 15 miliardi. Tra gli altri indicatori, l'ebit è atteso a 300 milioni mentre l'indebitamento finanziario netto complessivo sarà contenuto sotto i 600 milioni contro un patrimonio netto di 900 milioni. Tutto ciò sarà frutto della forte attenzione che il general contractor intende riservare al settore delle concessioni. «È un comparto nel quale intendiamo continuare a essere presenti e sul quale puntiamo molto poiché presenta bassi profili di rischio e alta redditività», ha commentato Astaldi.
In ragione di ciò lo scorso luglio l'azienda ha costituito una newco appositamente dedicata a que st'area di business nella quale verranno fatti confluire tutti i progetti in fase di maturazione. «Per ora alla nuova scatola, guidata da Giuseppe Nardi, abbiamo conferito 15 contratti relativi a concessioni nei settori parcheggi, acqua, energia e sanità. Il valore di libro è di circa 55 milioni contro un equity value che società indipendenti hanno calcolato in 120 milioni», ha sottolineato il presidente. A fine periodo, nel 2015, la società è sicura di poter contare su un portafoglio ordini nel settore concessioni di 7 miliardi, poco meno della metà del portafoglio complessivo, con un equity value di circa 500 milioni. Per arrivare a queste cifre passo a passo verranno trasferite nella newco tutte le iniziative nel settore tanto che, stando al piano, nel 2020 il gruppo potrà contare su 500 chilometri di autostrade tra la Turchia e la tangenziale di Ancona, più di 30 chilometri di metropolitane, la linea 5 di Milano e un altro progetto in Italia, 1.200 megawatt di energia elettrica da impianti idroelettrici che verranno realizzati in America Latina, e oltre 4 mila letti in strutture sanitarie sparse tra Mestre, la Toscana e Napoli.