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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 08:00.
Le autorità antitrust statunitensi hanno dato il loro assenso al tentativo di takeover lanciato dalla mineraria anglo-australiana Bhp Billiton sulla canadese Potash, leader mondiale nella produzione di sali di potassio per uso agricolo.
È solo un piccolo passo: in Canada devono ancora esprimersi le autorità che presiedono alla concorrenza e agli investimenti dall'estero. Proprio la loro richiesta di maggiori documentazioni ha convinto nei giorni scorsi la Bhp a posporre al 18 novembre i termini di validità dell'offerta d'acquisto da quasi 39 miliardi di dollari complessivi.
Il ceo Marius Kloppers ha lasciato intendere di essere disposto ad altri rinvii. L'operazione deve infatti superare anche l'ostacolo della denuncia lanciata da Potash in una Corte di Chicago per «prospetti incompleti e fuorvianti» forniti da Bhp. Per Bill Doyle, ceo del gruppo canadese, è un modo per prendere tempo: il prossimo anno i sali di potassio potrebbero sollevarsi dai recenti bassi livelli di prezzo, rendendo palesemente insufficiente la valutazione attuale. Non è un caso se a New York la Potash, quotata 112,15 $ il 16 agosto, non è mai più scesa sotto i 143 dollari dal 17 in poi, giorno dell'offerta Bhp.
Il ricorso però segnala anche le difficoltà incontrate dalla "difesa" di Doyle. Un cavaliere bianco non si è ancora fatto avanti. La cinese Sinochem vuole mettere i bastoni tra le ruote della Bhp, ma al momento sembra intenzionata a non andare oltre l'acquisto di una quota minoritaria di Potash, per scoraggiare il takeover. Una possibilità è l'acquisto da parte del management, ipotesi che gonfierebbe i debiti della società e che ne ha fatto volare in alto i credit default swap.
C'è anche da notare che il primo azionista di Potash è Capital World Investors, che ha il 7,1% e figura anche tra i primi 10 azionisti di Bhp.
Stephen Jarislowsky, che grazie al 3% di Potash in mano al suo fondo Jarislowsky Fraser è il terzo azionista della società, si è espresso a favore di un intervento di Ottawa per bloccare il takeover, ma ha ammesso che altrimenti dovrà accettare l'offerta di Bhp, in nome dei suoi clienti.
La cifra proposta, dice Jarislowsky, è bassa e non rispecchia le potenzialità di Potash. «Non è un bene per il Canada e per il mio mestiere – ha spiegato – perché un fondo pensioni canadese ha bisogno di un portafoglio diversificato, con azioni di società canadesi. Ma se altri rastrellano, il mercato di questi titoli si riduce».