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Bolloré in manovra sul gruppo Ligresti: ha l'1,68% di Premafin

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 09:23.

Il gruppo francese Bolloré ha significativamente incrementato la sua quota in Premafin, finanziaria di controllo di Fondiaria-Sai, portandola dallo 0,59 della prima metà del 2009 all'1,68% del giugno scorso. Il dato è emerso ieri dalla semestrale di Financière de l'Odet, una delle holding che fa capo al finanziere d'oltralpe Vincent Bolloré. Il valore della partecipazione, che nel 2009 era contabilizzata per 2,5 milioni, è stata iscritta nell'ultima semestrale a circa 6 milioni ed incorpora una minusvalenza «temporanea» di 0,9 milioni, considerata «né significativa né duratura».

Con il nuovo investimento Bolloré ha rafforzato la sua presenza nella galassia Mediobanca (di cui è già azionista con il 5%) e segnatamente nelle sue componenti assicurative. La società transalpina ha peraltro svalutato proprio la quota in Piazzetta Cuccia: il valore netto indicato al 30 giugno 2010 è di 264,89 milioni di euro, contro i 357,56 al 31 dicembre 2009. Il finanziere è stato recentemente nominato vicepresidente di Generali dei cui titoli è divenuto anche acquirente (0,11%). Ed ora, appunto, si aggiunge l'intervento nella holding della famiglia Ligresti con la quale Bolloré condivide la presenza in Mediobanca.

Ieri non è giunto alcun comunicato a chiarire le motivazioni dell'investimento, né da parte del gruppo francese e né di quello assicurativo italiano. È stato un intervento a sostegno della finanziaria dei Ligresti in un momento di difficoltà per il trend negativo del mercato assicurativo (soprattutto nella Rc auto) e la necessità di ristrutturare i debiti? Conferme non ve ne sono, appunto, ma certamente la lunga frequentazione di Bolloré e Ligresti nello stesso "salotto buono" potrebbe accreditare simili congetture. In prospettiva, peraltro, il gruppo Fondiaria Sai si prepara a vivere un impegnativo cambio generazionale - il suo fondatore Salvatore Ligresti ha 78 anni di età - e pertanto l'arrotondamento della quota potrebbe essere letto anche in quella chiave.

Certo gli acquisti di cui si è avuta notizia ieri potrebbero spiegare, almeno in parte (fino al giugno scorso) il diverso andamento dei titoli Fondiaria-Sai e Premafin dall'inizio dell'anno. Con le azioni della holding operativa cedere terreno rispetto a quella della finanziaria che ha mantenuto pressoché intatta la propria capitalizzazione benché non abbia altre attività in aggiunta al 47% della sua quota in Fonsai.

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Tags Correlati: Assicurazioni | Consob | Fausto Marchionni | Financière | Fondiaria Sai | Generali | Odet | Radiocor | Salvatore Ligresti | Sasa | Vincent Bolloré

 

È un disallineamento che la stessa Premafin, in un comunicato diramato all'inizio di settembre su richiesta della Consob, non attribuiva ad un motivo specifico salvo rilevare lo scarso livello di flottante della società («il grado di liquidità del titolo è totalmente differente»).

I nuovi ingressi azionari avvengono appunto, in una fase delicata della holding dei Ligresti (controllata al 50%). Nei giorni scorsi - ha ricordato ieri l'agenzia Radiocor - si è avuta conferma che sono in fase avanzata i negoziati con un pool di banche per la rimodulazione del piano di ammortamento di un finanziamento da 322,5 milioni e la concessione di un nuovo credito revolving di 15 milioni. L'accordo con le banche potrebbe comportare il pegno sull'intera partecipazione detenuta in Fonsai anche se la holding non perderebbe il suo diritto di voto.

Le difficoltà nascono dal trend negativo della Rc auto che ha inaridito i profitti del gruppo assicurativo (ha una posizione di leadership nel mercato) e, pertanto, anche i dividendi versati alla sua controllante. La situazione sta migliorando ha detto lunedì Fausto Marchionni, amministratore delegato di Fonsai che, peraltro, ha messo in vendita alcuni asset (tra cui le compagnie Sasa e Liguria) per fare cassa. Tuttavia è ancora «troppo presto per parlare di dividendi», ha subito aggiunto.

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