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Ghizzoni: una grande emozione. Il board di UniCredit gli affida la guida della banca

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 07:54.

Nove giorni dopo l'uscita traumatica di Alessandro Profumo, il board di UniCredit ha nominato ieri all'unanimità Federico Ghizzoni alla carica di amministratore delegato. «È un giorno di emozione, non di business – è stato il suo primo commento, al termine del board che si è tenuto occasionalmente a Varsavia – dopo 30 anni in UniCredit è qualcosa che non posso descrivere». Attuale deputy ceo con delega sulle banche del Centro Est Europa, dove coordinava i 19 ceo delle varie banche controllate, il 55enne Ghizzoni ha percorso gran parte della sua carriera manageriale all'estero.

Ed è considerato un banchiere che fa squadra. Tanto che una delle sue prime dichiarazioni è rivolta proprio al team di vertice: «Spero che gli attuali deputy ceo restino, sono colleghi e amici, conto su di loro». Al massimo entro quattro settimane sarà nominato anche un direttore generale, che dovrebbe avere ampie deleghe gestionali. Non è ancora chiaro se i dg saranno uno o due, ma in ogni caso vi saranno ruoli di rilievo sia per Roberto Nicastro (deputy ceo con delega al retail), Sergio Ermotti (Corporate e investment banking) e Paolo Fiorentino (Gbs strategic business). «Sulla direzione generale discuteremo nei prossimi giorni – ha detto Ghizzoni – ci vedremo col presidente e cominceremo a parlarne».

A spiegare i motivi della scelta di Ghizzoni per il dopo-Profumo è stato proprio il presidente Dieter Rampl: «Ha una profonda conoscenza del gruppo e gode di un'alta reputazione, sia internamente che esternamente. Ha forte leadership e capacità di fare squadra, grande esperienza nell'industria dei servizi finanziari internazionali, forti capacità organizzative e profonda conoscenza del gruppo». Chiaro anche l'indirizzo strategico, che non cambia rispetto al passato. «Ghizzoni avrà il compito di rafforzare il posizionamento di UniCredit come banca leader in Europa, proseguendo il lavoro svolto da Profumo». Nessuna intenzione di ridurre la presenza estera del gruppo, dunque. Anzi, Rampl e il board hanno tenuto a ribadire «l'impegno verso i mercati dei paesi dell'Europa centrale e orientale, una regione con forte potenziale di crescita». Tra i motivi che hanno portato alla scelta di Ghizzoni, c'è proprio la positiva performance delle banche del Centro Est Europa che nel 2009 hanno rappresentato il 24% dei ricavi e il 50% degli utili pretasse.

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Tags Correlati: Alessandro Profumo | Banca d'Italia | Carlo Salvatori | Dati di bilancio | Fabrizio Palenzona | Federico Ghizzoni | Luigi Castelletti | Omar Bengdara | Paolo Fiorentino |

 

Archiviate le tensioni dei giorni che hanno portato all'uscita di Profumo, ieri tutti i membri del board hanno evidenziato la coesione del gruppo. Il vicepresidente Luigi Castelletti ha sottolineato la scelta «unanime». E l'altro vicepresidente Fabrizio Palenzona: «Ghizzoni è un'ottima soluzione». Così come si è detto «soddisfatto» il vicepresidente Fahrat Omar Bengdara, che rappresenta in consiglio i soci libici. E proprio il tema dei libici e delle eventuali implicazioni di governance, dopo l'ascesa nel capitale di UniCredit dal 4,9 al 7,5%, è stato all'ordine del giorno del board di ieri. Il consiglio di UniCredit, in risposta a Bankitalia, «ha indicato in via preliminare che allo stato non sono pervenute né paiono altrimenti disponibili informazioni che consentano di considerare con la dovuta certezza le due partecipazioni come autonome in relazione alle applicabili previsioni statutarie».

Di fatto, il board ha rinviato le possibili decisioni sull'eventuale sterilizzazione dei diritti di voto a data da destinarsi. «Ulteriori verifiche sono da considerarsi necessarie al fine di fornire una completa (o quanto meno più estesa) valutazione della questione in oggetto», conclude UniCredit nella risposta alla Vigilanza. Il board ha anche predisposto l'altra risposta a Bankitalia, relativa ai chiarimenti richiesti sull'entità della buonuscita concessa a Profumo che ammonta a 38 milioni di euro. UniCredit avrebbe fatto presente che la buonuscita è allineata al contratto firmato da Profumo anni fa, quando alla presidenza c'era Carlo Salvatori. Si vedrà se le informazioni saranno ritenute esaustive da Bankitalia.
(Al.G.)

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