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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2010 alle ore 09:54.
Nel dopo Profumo non cambierà niente in UniCredit. Confermata la presenza in Italia e all'estero. Nessun ripensamento sulla banca unica. Nessun rimescolamento del mix di business, perchè la diversificazione ha permesso di superare la crisi senza chiedere aiuto allo Stato. Giro di vite sugli accantonamenti? Non ce n'è bisogno. Pulizia nei conti? Nemmeno, non ci sono scheletri nell'armadio. La quota in Mediobanca? Resta strategica. Pentimenti su Rcs? Non se ne parla. Insomma, nessun grande cambiamento, come ha riassunto in conferenza stampa il presidente Dieter Rampl.
Ma allora perchè allontanare Profumo, se la sua linea è confermata in tutto e per tutto? Forse c'è lo zampino della politica? Neanche per sogno. L'imbarazzo dei libici nel capitale? E perchè mai? Credono nella banca e non interferiscono nelle strategie. Davanti alla giornalista anglosassone che incalza e non si accontenta della spiegazione "dopo 15 anni era l'ora di cambiare", Rampl alla fine sbotta: perchè con Profumo abbiamo avuto una discussione nel week-end e non potevamo permetterci pericolose fughe di notizie, meglio decidere subito. Ok, abbiamo capito l'urgenza, ma sui motivi del blitz resta il mistero. Un mistero che, a detta degli ambienti finanziari, è protetto da un impegno: la consegna del silenzio da parte di tutti i consiglieri. Con buona pace del mercato che non troverà mai una risposta ai tanti dubbi sulla vicenda.(A.Ol.)