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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 08:03.
LUGANO
Ubs, la maggior banca elvetica, ha voluto chiarire ulteriormente il concetto: gli azionisti dovranno rinunciare ancora “per un certo tempo” al versamento di un dividendo. L'istituto rossocrociato aveva già precisato nel luglio scorso che non vi sarebbero stati dividendi nel triennio 2010-2012. Ma la banca è tornata sull'argomento, ribadendo ed ampliando l'affermazione, all'interno di un documento diffuso a Londra nel corso di una conferenza per analisti, alla quale ha partecipato il direttore finanziario John Cryan.
Affermazione agganciata a un'altra di rilievo, e cioè che Ubs intende raggiungere entro il 2013 i mezzi propri prescritti dall'intesa internazionale Basilea 3. La banca ritiene di poter raggiungere l'obiettivo senza attuare aumenti di capitale, semplicemente quindi attraverso la non distribuzione di utili. Tutto questo già un po' si era intuito e sui motivi per cui il colosso bancario elvetico l'ha voluto ribadire, ebbene esistono pareri diversi. Per una parte degli analisti si è trattato di una semplice precisazione tecnica, per un'altra parte Ubs ha inteso porre fine a voci di mercato che indicavano la possibilità che vi fosse un dividendo nel 2012.
Tra il 2008 ed il 2009 la banca è stata colpita duramente dalla crisi finanziaria, con ampie perdite, e ora sta recuperando gradualmente terreno, dopo una larga ristrutturazione ed un ampio ricambio al vertice. Ubs è tornata in area utili, ma il management guidato dal ceo Oswald Grübel vuole procedere con cautela. Di qui anche, il riferimento al capitale proprio ed a Basilea 3, la cui applicazione avverrà comunque a livello mondiale in tempi lunghi. A fine giugno scorso gli attivi di Ubs ponderati in funzione del rischio sulla base di Basilea 3 ammontavano a 400 miliardi di franchi, contro i 205 miliardi di franchi calcolati sulla base dei criteri di Basilea 2. Anche l'altra grande banca elvetica, Credit Suisse, aveva stimato in 400 miliardi di franchi gli attivi ponderati sul rischio con Basilea 3, contro i 233 miliardi di franchi con Basilea 2. I due giganti svizzeri, secondo quanto scrive l'agenzia Reuters, sono gli unici grandi istituti internazionali ad aver pubblicato questo tipo di cifre.