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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 15:14.
Una crescita del Pil dell'1% quest'anno, leggermente superiore alle stime di luglio, e dell'1% nel 2011, leggermente al di sotto della previsione di tre mesi fa. Queste le nuove indicazioni del Fondo Monetario Internazionale per l'Italia nel rapporto d'autunno in cui definisce molto fiacche le prospettive della ripresa italiana alle prese «con un persistente problema di competitività che limita la crescita delle esportazioni». Inoltre «la manovra di consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata». Su scala globale l'economia crescerà del 4,8% nel 2010 e del 4,2% nel 2011. Questo mentre l'Ocse rivede invece al rialzo le stime del Pil per i Paesi più sviluppati.
Secondo l'Fmi, sussiste un «elevato tasso di disoccupazione» che nelle economie avanzate «pone problemi a livello sociale»: «secondo le stime ci sono più di 210 milioni di persone senza lavoro a livello globale, oltre 30 milioni in più rispetto al 2007. I tre quarti di questo aumento è sperimentato nelle economie avanzate».
La Germania traina l'area euro. Più marcata, invece, la revisione al rialzo per quest'anno per l'area dell'euro: dall'1% é salita all'1,7% per effetto in particolare del traino della Germania la cui stima 2010 balza dall'1,4% calcolato a luglio ad un +3,3% del World economic outlook diffuso oggi a Washington. Sempre in giornata, inoltre, sono stati diffusi i dati sugli ordinativi all'industria in Germania che hanno segnato una forte crescita nel mese di agosto, quando sono saliti del 3,4% rispetto all'anno precedente. Il dato é nettamente superiore alle stime che prevedevano una crescita dell'1,0% e anche al dato precedente che aveva segnato un declino dell'1,6% (dato rivisto dal 2,2% indicato in precedenza). Il rialzo é dovuto alla forza della domanda dai Paesi dell'area euro: gli ordini esteri sono infatti saliti del 6,6 per cento.
Grecia, Spagna e Portogallo. Grecia ancora in recessione, Portogallo in stagnazione e Spagna a ritmi modesti. Per l'Fmi non sono esaltanti le prospettive economiche dei paesi meno solidi dell'area euro, i cosiddetti Pigs. L'unico a disporre di stime di espansione più marcate è l'Irlanda, con un più 2,3 per cento del Pil nel 2011. Ma è proprio il paese che la scorsa settimana ha creato tensioni e trambusto a causa degli esorbitanti costi di risanamento delle sue banche e che oggi ha incassato un declassamento di rating da parte dell'agenzia Fitch. Ben più deboli sono le cifre sulla Grecia, che avendo già avviato un drastico percorso di austerità di bilancio accuserà un meno 2,6 per cento sul Pil 2011, e dopo il meno 4 per cento atteso su quest'anno.