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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 13:03.
Mea culpa della banca Ubs per la crisi finanziaria che l'ha portata a fine 2008 sull'orlo del fallimento, scongiurato solo con l'aiuto della Banca centrale svizzera. In un rapporto sul
periodo di difficoltà, Ubs ammette di aver commesso gravi errori in numerosi settori, spiegando che la mancanza «di pianificazione della strategia di crescita della banca
d'affari ha contribuito alle gravi perdite subite», puntando il dito anche sui bonus versati ai dirigenti.
«E' mancata un'analisi completa e continua del profilo di rischio delle attività di rischio con gli Usa", spiega ancora Ubs nel rapporto che non ha precedenti nella storia della banca elvetica. «Quello che é successo non avrebbe dovuto mai accadere, ha ammesso il presidente Kaspar Villiger, nominato nel 2009 al posto di Peter Kurer, ora l'intenzione della banca non é né di abbellire gli errori della gestione passata, né di sollevare le persone in questione delle loro responsabilità», alludendo al precedente presidente e al suo
staff.