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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 06:42.
Ieri, al Chicago Board of Trade, la più grande borsa agricola mondiale, il future sul mais per consegna vicina non ha superato per poco il record biennale di 5,79 $/bushel toccato martedì, ma negli Usa i produttori di mangimi e le aziende alimentari utilizzatrici sono sulle spine: «Il nostro fabbisogno di combustibili – dicono – non si può soddisfare bruciando il cibo».
Il grido d'allarme viene dalla decisione dell'Environmental Protection Agency (Epa), che mercoledì sera (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) ha dato il via libera all'aumento del 50% per il contenuto di etanolo nelle benzine destinate alle vetture nate dal 2007 in poi. La E15, che contiene fino al 15% di etanolo, secondo Lisa Jackson, dell'Epa, «non compromette i sistemi di controllo delle emissionni nelle vetture di recente generazione e nei camion leggeri».
Dal 2011 quindi 65 milioni di auto potranno utilizzare E15 invece di E10, anche se non tutti sono convinti che l'elevata percentuale di alcol non danneggi i motori. La stessa Alliance of Automobile Manifacturers è contrariata, perché mancano test affidabili in merito.
I gestori delle pompe saranno costretti ad attrezzarsi per evitare disguidi con le auto più vecchie, ma probabilmente aumenteranno le vendite, in quanto il potere energetico dell'etanolo è inferiore a quello delle benzine oggi in uso, quindi con la stessa quantità si percorrono meno chilometri.
L'iter della manovra, che dovrebbe ridurre la dipendenza dai signori del petrolio e che punta anche a favorire gli agricoltori (forse non è un caso se la decisione è arrivata solo 20 giorni prima delle elezioni di midterm per il Congresso), non si fermerà qui. Per fine novembre saranno conclusi i test sulle auto prodotte dal 2001 ed entro metà dicembre si saprà quindi se l'E15 sarà utilizzabile su scala più larga. Il meccanismo sembra l'unico in grado di rispettare gli obiettivi del Clean Air Act americano, secondo cui nelle benzine dal 2015 dovranno essere miscelati ogni anno 15 milioni di galloni di etanolo, contro gli attuali 12 milioni.
Considerando che negli Usa il nuovo additivo proviene quasi per intero dal mais, è evidente l'apprensione degli altri utilizzatori, così come la soddisfazione di distillatori quali Poet e Green Plains e di colossi dell'agribusiness come Archer Daniels Midland.