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Caltagirone ridisegna le deleghe ai figli

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 06:41.


MILANO
La nomina risale a qualche settimana fa: Alessandro Caltagirone è diventato presidente della Fgc spa, la storica holding immobiliare dell'impero fondato dal padre Francesco Gaetano Caltagirone. La nuova carica sancisce nella sostanza l'attribuzione del business del mattone ad Alessandro, già a capo di Vianini Industria. E completa quella "divisione" dei ruoli in famiglia che Francesco Gaetano Caltagirone ha avviato già da diversi anni.
Fedele a una delle regole non scritte del capitalismo italiano, l'imprenditore romano ha deciso di assegnare ai figli Alessandro, Azzurra e Francesco Jr, una precisa area di competenza, pur riservando a tutti e tre posti nei consigli di amministrazione delle diverse società che ruotano nel gruppo. Certo, Caltagirone continua a muoversi da one man show, tuttavia va riconosciuto che la scelta di ripartire le aree di attività sembra voler preannunciare un futuro differente e, per quanto possibile, più corale. Così Francesco jr si occupa della Cementir, acquistata dall'Iri all'inizio degli anni Novanta, che sta investendo in tutto il mondo. Inoltre a lui sono stati affidati importanti incarichi nella finanza che ruota intorno alle banche (è vicepresidente di Banca Antonveneta) e alle utilities (è nel consiglio di amministrazione di Acea). La figlia Azzurra, invece, segue da sempre e a tempo pieno l'editoria e siede nel comitato di presidenza della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali).
Alessandro, invece, si è finora dedicato a Vianini Industria, dove è presidente, oltre a ricoprire la vicepresidenza con delega all'internazionalizzazione degli industriali di Roma. L'uscita dal gruppo del consigliere Fabio Gera, che in Fgc ha negli ultimi anni occupato la poltrona di amministratore unico, ha accelerato il passaggio di consegne anche nel mattone. Alla fine di settembre è stato così nominato un consiglio di amministrazione composto da tre membri, Alessandro, il padre Francesco Gaetano e Mario Delfini, presidente di Vianini Lavori. Nella prima riunione del board, Francesco Gaetano Caltagirone ha affidato la presidenza della holding al figlio con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione.

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Fgc è una società chiave nel sistema di holding che fa capo all'imprenditore romano. La struttura del gruppo si regge infatti su due gambe. Una, la cui visibilità è massima, comprende la catena di società presenti a Piazza Affari, dunque Caltagirone Spa, Caltagirone editore (Messaggero e Mattino), Cementir e le due Vianini. La seconda parte dell'impero è la galassia immobiliare (Immobiliare Caltagirone, Unione Generale le due realtà più significative). La holding che unisce le due anime del gruppo è la Fgc, anche se esiste un altro livello di partecipazioni - tra cui il 30% circa di Caltagirone Editore - che fanno capo direttamente al capofamiglia o ad altre finanziarie satellite condivise con i figli.
Dunque la società in questione è strategica proprio perché rappresenta il punto di congiunzione delle diverse aree di attività. Di mestiere, però, la Fgc fa solo immobiliare, oltre a rappresentare per forza di cose il salvadanaio di uno degli imprenditori più liquidi in Italia.
La fotografia più aggiornata dei conti di questa holding è ferma al 2008. Il bilancio di quell'anno porta i segni della crisi con 9 milioni di perdita, rispetto ai 13 di utile registrati nel 2007. Tuttavia la voglia di shopping a piazza Affari ha però portato l'imprenditore a iniettare risorse fresche «prestando» alla holding di famiglia 352 milioni di euro. Questo nonostante la liquidità conservata in Fgc e accumulata nel corso degli anni sfiorava già allora la soglia di un miliardo di euro. Si tratta, ad ogni modo, di liquidità «ferma» alla fine del 2008 e che probabilmente, dato il recente shopping a Trieste che ha portato l'imprenditore romano oltre il 2% nelle Generali, oggi è ridimensionata.
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