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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 14:48.
“Italia e Francia cercano di limitare le riforme Ue”, proprio mentre Jean Claude Trichet dice l’eurozona ha bisogno di cambiamenti “ambiziosi”. Il Financial Times punta il dito sulle manovre di Roma e Parigi nel negoziato in corso per dare un giro di vite alle regole di bilancio dell’eurozona. Il quotidiano britannico mette così in prima pagina - e in apertura del suo sito internet – il nuovo mostro che minaccia l’euro, la crisi del debito sovrano.
“Italia e Francia hanno fatto passi avanti nella campagna per ammorbidire il potenziale impatto delle più ambiziose riforme delle regole di bilancio dell’eurozona da quando è stato creato l’euro nel 1999”, scrive il Ft. Il mese scorso la Commissione europea ha avanzato proposte di riforma del patto di stabilità per prevenire crisi del debito sovrano come quella che ha colpito la Grecia.
Come saranno le nuove regole lo si capirà meglio dopo l’ultima riunione, oggi, della taskforce di governance economica presieduta da Herman Van Rompuy. La taskforce, che ha lavorato in parallelo con la Commissione europea, deve fare le sue raccomandazioni ai capi di Stato e di governo entro fine mese. Trichet, presidente della Bce, ha detto che alcune delle proposte della Commissione vanno nella giusta direzione, ma ha avvertito che per l’area dell’euro “sono necessarie riforme più ambiziose per assicurare il buon funzionamento dell’unione monetaria”.
“L’Italia, appoggiata da Francia e Belgio, sembra abbia allontanato il dibattito dalle rigide misure proposte dalla Commissione, ma non è chiaro fino a che punto”, osserva il Financial Times. Secondo il ministro delle Finanze olandese Jan Kees de Jager, da quando la crisi si è allentata alcuni governi stanno perdendo la volontà di adottare misure dure.
La Commissione propone benchmark quantitativi e sanzioni quasi automatiche per punire chi non li rispetta. “Ma l’Italia, sulla quale pesa un debito pubblico tra i più alti dell’Ue, preme per un approccio più qualitativo che tenga conto di altri fattori”.
Il punto di maggiore preoccupazione è quello del rapporto del 60% tra debito e Pil: in base alla proposta del commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, i paesi membri al di sopra di quel livello devono ridurre il divario di un ventesimo per un periodo di tre anni per evitare sanzioni.