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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 10:06.
Rivoluzionare le classifiche non per virtù, ma per resistenza. Nella graduatoria per fatturato dell'industria italiana, compilata dall'ufficio studi di Mediobanca sui dati 2009, vince chi fa meno peggio.
La top ten
Meno peggio fa anzitutto l'Eni che, nonostante un calo dei ricavi dell'ordine del 23%, con 83,2 miliardi si conferma saldamente in testa. In realtà per il gruppo petrolifero nazionale sono le quotazioni del greggio a far la differenza (-37% il prezzo in dollari nel 2009) e l'anomalia era piuttosto rappresentata dal fatturato record del 2008. Enel si conferma in seconda posizione, con un incremento del 4,4% dei ricavi dovuto però al consolidamento della spagnola Endesa. E terza resta Fiat, nonostante una contrazione delle vendite del 16%.
Sotto al podio, si rimescolano invece le carte. Telecom riguadagna la quarta posizione che avrebbe perso l'anno prima se fossero stati rettificati i conti per il caso Sparkle, passando davanti al gestore della rete elettrica Gse. Finmeccanica, più "grande" del 21% grazie al gruppo delle difesa Usa Drs, resta comunque al sesto posto, ed Edizione-Benetton tiene sul fatturato, ma sale due gradini al settimo posto. Entrano invece nella top ten Poste italiane (ottava) ed Edison (nona). A far spazio alle new entry, Erg e Riva che hanno quasi dimezzato i loro fatturati, l'una per aver ceduto una parte del proprio business alla russa Lukoil, e l'altra per la crisi dell'acciaio che ha falcidiato i prezzi.
Chi batte la crisi
Il contesto, al quale poochi sono sfuggiti, è quello di una crisi che ha tagliato di un quinto i ricavi delle imprese industriali. A parte Enel e Finmeccanica, la cui crescita è l'effetto delle acquisizioni, tra le venti big, solo Esselunga e Wind lo scorso anno sono riuscite ad ampliare il giro d'affari, rispettivamente del 4,8% e del 4,6 per cento.
La crisi ha tarpato le ali anche alle Pmi più vitali. Quelle che sono riuscite ad aumentare il fatturato di oltre il 20% mantenendo una redditività di almeno il 4% sono solo due nella categoria delle piccole (con vendite comprese tra 50 e 330 milioni), e sei in quella delle medie (vendite comprese tra 330 milioni e 3 miliardi). L'anno precedente se ne erano contate 8 nella prima categoria e 19 nella seconda. In tabella i nomi delle otto che hanno resistito con successo ai venti freddi della recessione.