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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 09:28.
Vincent Bolloré e Groupama si sarebbero mossi sul gruppo Ligresti, in sostanziale autonomia. È quanto sostengono fonti parigine vicine all'imprenditore bretone che affermano che non c'è nulla di concertato. E non c'è dunque alcuna intenzione di creare un asse francese per controllare Fonsai.
Credere a questa versione non è facile, dato che Bolloré e Groupama sono entrambi in Mediobanca e sono da tempo in buoni rapporti. Oltre al fatto che il timing dell'investimento è pressochè identico. La versione parigina è però credibile se si considera l'amicizia di Bolloré con la famiglia Ligresti e quindi la disponibilità del finanziere bretone a dar loro una mano per risolvere i problemi del gruppo assicurativo che sa essere uno degli snodi nevralgici dell'Italia che conta.
Del resto Vincent Bolloré con i suoi investimenti in Mediobanca e in Generali, ha dimostrato di non essere un "rider" o uno speculatore, ma un investitore di lungo periodo, contribuendo a dare stabilità al cuore della finanza italiana. Il fine di Bolloré non sembra dunque essere quello di mettere in minoranza i Ligresti per favorire un gruppo francese. «Vincent – dicono di lui in Francia – non ha mai tradito un amico». Tanto meno negli affari.
Basti vedere come si è comportato con Antoine Bernheim, che ha difeso fino all'ultimo alla testa delle Generali, nonostante le pressioni dei soci e degli interessi italiani. Bolloré ha infatti il senso della riconoscenza: il banchiere francese, amico di famiglia, l'aveva aiutato agli inizi della carriera a consolidare le sorti del gruppo e lui l'ha ricambiato appena ha potuto.
Intendiamoci, l'imprenditore bretone ha il fiuto per gli affari e certamente non investe per perderci. Mediobanca (su suggerimento di Bernheim) era un'occasione e lui l'ha colta. Vale così per le Generali ed ora per Premafin. Niente di più e niente di meno. Anche se ha intelligentemente capito fin dal principio che in Italia era uno straniero e che per avere successo, doveva muoversi con discrezione.
Missione che finora gli è riuscita egregiamente. Bolloré ha infatti contribuito a dare stabilità a Mediobanca, ha sempre creduto nell'attuale management, rifiutando l'arrivo di banchieri dall'esterno e difendendone l'indipendenza. Ha anche permesso che Mediobanca evolvesse e si internazionalizzasse.
«Insomma – dicono da Parigi -, nonostante lo scetticismo iniziale degli italiani che temevano che Mediobanca passasse sotto il controllo straniero e diventasse una colonia francese, Bolloré ha evitato che lotte intestine rovinassero Mediobanca, un patrimonio che egli stesso considera essenziale nel panorama del capitalismo italiano». Uno scenario che ora si potrebbe ripetere con il gruppo Ligresti, insieme agli amici di Groupama.