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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 06:41.
L'Enel riesce a chiudere la prima grande quotazione in Borsa dopo la crisi del 2008. Non è un risultato da poco e non era nemmeno scontato. Ma, per ottenerlo, l'a.d del gruppo elettrico, Fulvio Conti, deve pagare un prezzo elevato, seppure sostenibile per un grande gruppo come l'Enel. Il top manager aveva posto come target di incasso dalla vendita del 32,5% di Enel Green Power tre miliardi di euro: un obiettivo fissato per rispettare l'impegno preso con le agenzie di rating di ridurre l'indebitamento consolidato da 51 a 45 miliardi a fine 2010.
Ma la decisione assunta ieri assieme alle dieci banche del consorzio di collocamento (Mediobanca, Credit Suisse, Goldman Sachs, Banca Imi, Unicredit, Barclays, Bbva, Jp Morgan, Bofa Merrill Lynch, Morgan Stanley e Banca Leonardo advisor finanziario) ha messo un'ipoteca su un incasso abbastanza inferiore: 2,6 miliardi di euro è quanto l'azienda potrà ottenere con il prezzo definitivo di 1,6 euro per azione che è stato fissato ieri e nell'ipotesi, probabile, che venga allocata anche tutta la greenshoe.
Gli investitori istituzionali evidentemente non hanno voluto cedere di un millimetro: gli ordini dai fondi arrivati mercoledì non superavano 80 milioni di azioni. Dopo la decisione di Enel, arrivata giovedì mattina, di abbassare il prezzo minimo da 1,8 a 1,6 euro il book ha registrato un sensibile incremento, portando ordini per 500 milioni di azioni. Evidentemente, però, le prenotazioni avevano in gran parte un prezzo di 1,6 euro e spuntare qualcosa di più, come 1,7 euro auspicato dall'azienda, sarebbe stato arduo.
La domanda complessiva è stata pari a poco più di una volta l'offerta e per 1,75 miliardi di titoli. La domanda dei risparmiatori è stata ancora una volta consistente e pari a 1,250 miliardi. La prova fedeltà dimostrata dai piccoli azionisti Enel e dagli investitori retail spingerà il gruppo elettrico a premiare questa categoria di investitori: ai risparmiatori che hanno fatto prenotazioni sui titoli Enel Green Power verranno assegnate tutte le azioni richieste - il lotto minimo verrà probabilmente confermato in 2 mila azioni per un controvalore di 3.200 euro - e non sarà necessario riparto. Il riparto ci sarà invece per gli istituzionali, anche per lasciare un po' di appetito verso i titoli Green Power che sarà la garanzia per assicurare un aumento del valore delle azioni: saranno privilegiati i fondi che hanno un'ottica di investimento di lungo periodo. Tra gli istituzionali che hanno fatto richiesta ci sono i fondi Pioneer (UniCredit), Eurizon (Intesa Sanpaolo), Blackrock, Amber Capital, Eaton, Marshall, Jupiter, Enpam, Ubs, Deutsche Bank, Lazard, Merrill Lynch, Ibercaja, Aletti, Axa. In tutto sono stati circa 250 gli investitori istituzionali che hanno presentato ordini, mentre sono stati 331 mila i risparmiatori che hanno richiesto azioni Egp, domanda record negli ultimi 10 anni. La valorizzazione a un prezzo di 1,6 euro, secondo i calcoli fatti dalle banche, dovrebbe garantire un rendimento per il primo anno, inclusa la bonus share, pari al 7 per cento.