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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 08:08.
La politica di espansione quantitativa proposta ieri dalla Fed è un azzardo pericoloso, con pochi benefici potenziali e forti rischi di creare bolle speculative che potrebbero destabilizzare l'economia globale. L'economia americana è debole e le prospettive incerte, ma l'espansione quantitativa non è il rimedio giusto.
La Fed intende comprare titoli di stato a lungo termine, per un valore forse di mille miliardi di dollari o più, riversando altrettanta liquidità sull'economia e sulle riserve bancarie eccedenti. Le attese in tal senso hanno fatto scendere i tassi d'interesse a lungo termine, depresso il valore del dollaro sui mercati internazionali, spinto in alto il prezzo delle materie prime e dei terreni agricoli e fatto salire i prezzi delle azioni.
Come tutte le bolle, il rischio è che questi incrementi esagerati invertano bruscamente la rotta quando i tassi d'interesse tornano ai livelli consueti. Il pericolo più grande a quel punto lo correranno gli investitori indebitati, compresi quei privati che hanno comprato questi beni con denaro preso in prestito e le banche che detengono titoli a lungo termine. Sono rischi che dovrebbero essere chiari dopo la recente crisi, determinata dallo scoppio delle bolle speculative. Anche se, nello specifico, gli asset che in questo momento stanno crescendo di prezzo sono diversi dall'ultima volta, le probabilità di effetti nocivi quando i prezzi caleranno in seguito allo scoppio della bolla sono drammaticamente simili.
Il problema ora si estende ai mercati emergenti, un gruppo di paesi che non era stato colpito in modo diretto dall'ultima crisi. I tassi d'interesse più bassi negli Usa stanno provocando un forte flusso di capitali verso queste economie, creando volatilità nei cambi. Le economie danneggiate dall'apprezzamento della loro valuta stanno reagendo con misure adatte a proteggere le esportazioni e limitare le importazioni, misure che potrebbero portare a conflitti commerciali.
Più avanti, quando l'economia americana comincerà a crescere, l'incremento della liquidità nel patrimonio delle banche complicherà l'exit strategy della Fed, finora "cautamente fiduciosa" di poter contenere le pressioni inflazionistiche che le riserve eccedenti delle banche potrebbero scatenare. Il risultato potrebbe essere tassi d'interesse più alti, una penalizzazione della domanda o uno sgradito aumento dell'inflazione.