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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 09:00.
Gli agenti immobiliari cominciano il 2009 con qualche, grande e motivata, preoccupazione. Da una parte per il calo complessivo dell'attività registrato nel 2008, tendenza che con tutta probabilità continuerà nel nuovo anno, dall'altra per il trattamento fiscale che potrebbe non considerare i nuovi volumi di fatturato, penalizzando così la categoria.
In più, è in arrivo un'altra tegola sul settore, con l'emendamento numero 20.0.9 al disegno di legge 1078 in discussione in questi giorni, che riguarda la riforma delle professioni dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria. In sintesi, se passasse così come conosciuto oggi, non si potrebbe più svolgere l'attività individuale (l'80% degli operatori) ma solo in forma societaria, con costi ben superiori. Oltre poi a rendere incompatibili le due figure. Queste modifiche avrebbero l'effetto di allontanare l'attività d'intermediazione finanziaria, come i mutui, dalle agenzie immobiliari.
«Stando alle indicazioni che vengono dal Notariato – riprende a parlare della situazione generale Franco Arosio, presidente di Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionisti) – l'unico a disporre dei dati sui rogiti effettivamente stipulati, ci aspettiamo che il 2008 si chiuda con un calo di compravendite del 20-25% rispetto al 2007. Questo significa che, in generale, questo sarà il calo di fatturato che gli agenti immobiliari vedranno nelle loro dichiarazioni dei redditi».
Il ministro Tremonti ha annunciato di voler rivedere gli studi di settore in senso più favorevole ai contribuenti che risentiranno inevitabilmente della crisi in atto, ma si aspettano ancora conferme al riguardo. «Aspetti fiscali a parte – riprende Arosio – per noi agenti devo dire francamente che si tratta di una fase potenzialmente positiva. Perchè porterà a uscire dal mercato gli operatori che finora hanno lavorato solo grazie alla generale frenesia dei compratori, ma che hanno fatto solo del male alla categoria. E spero escano dal settore anche gli oltre 50mila abusivi che contribuiscono ogni giorno a screditare gli operatori onesti e professionali regolarmente iscritti alle camere di commercio italiane, che oggi sono 40mila.