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Finanza e Mercati Materie Prime

Bhp non si arrende su Potash

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 06:42.


Se Potash Corp finisse in mano a Bhp Billiton, l'Australia si avvantaggerebbe troppo sui mercati emergenti a scapito del Canada. È questo uno dei motivi del veto opposto da Ottawa all'acquisizione. L'indicazione è arrivata dal ministro dell'Agricoltura canadese, Gerry Ritz: «L'Australia commercializza gli stessi prodotti agricoli del Canada ed entrambi contiamo molto sui volumi. Se loro potessero andare in India, Cina e paesi analoghi dicendo "Ora controlliamo anche le vostre forniture di fertilizzanti" credo che gli effetti sarebbero rovinosi. So che il ministro dell'Industria ha tenuto conto anche di questo nel formulare la sua decisione». Il ministro in questione, Tony Clement, si è invece rifiutato di motivare il verdetto, spiegando di essere tenuto per legge al silenzio fino a che la decisione diventerà definitiva, ossia una volta scaduti i trenta giorni concessi a Bhp per tornare eventualmente alla carica. Clement ha comunque tenuto a difendersi dalla principale accusa rivoltagli nelle ultime ore: «È c completamente falso che si sia trattato di una decisione politica».
Nella tarda serata italiana di mercoledì, il governo di Ottawa ha negato il via libera alla scalata di c Bhp su Potash in base a cl Canada Investment Act , c una legge del 1985 che prevede la possibilità di sbarrare la strada ad acquisizioni straniere quando queste non portino «benefici netti» al paese. In un quarto di secolo c'era stato un solo precedente: lo stop nel 2008 alla cessione di MacDonald Dettwiler & Associates, attiva nel settore aerospaziale, alla statunitense Alliant Techsystems, per motivi di sicurezza nazionale. I cl Canada, paese tra i più aperti agli investimenti stranieri, dal 1985 a oggi cha invece approvato 1.637 operazioni, comprese alcune di grande rilievo nel settore delle risorse naturali: solo cnegli ultimi quattro anni, l'australiana Rio Tinto ha potuto comprare la Alcan (alluminio), la brasiliana Vale la Inco (nickel), la svizzera Xstrata la Falconbridge (rame).
Bhp si è detta «delusa» dal verdetto e ha anticipato che nei cprossimi trenta giorni esaminerà la situazione per formulare una nuova proposta che soddisfi le autorità canadesi: impresa non facile, considerato che cla mineraria aveva già fatto molte concessioni pur di vincere le resistenze locali, di cui la provincia del Saskatchewan si era fatta alfiere. Fonti della Dow Jones sostengono che dietro le quinte fosse stato promesso a ddirittura cpiù di quanto reso noto, che pure non era poco: Bhp aveva offerto cuna compensazione del mancato gettito fiscale per 3 miliardi di dollari canadesi temuto dal Saskatchewan, il ritorno cdel quartier generale di Potash a c Saskatoon, la nomina di consiglieri canadesi nel board e la garanzia di forti investimenti nei depositi di potassio di Jensen.

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Tags Correlati: Alcan | Alliant Techsystems | Australia | Cremlino | Gerry Ritz | Imprese | Marius Kloppers | Ottawa | Phosagro | Potash Corp | Saskatchewan | Tony Clement | Xstrata

 

Il "no" di Ottawa deve bruciare in modo particolare a Marius Kloppers: se l'acquisizione di Potash dovesse saltare, per il giovane ceo di Bhp sarebbe la terza operazione fallita in tre anni (il gruppo ha già dovuto rinunciare alla maxi-fusione con Rio Tinto e alla joint venture con quest'ultima nel minerale di ferro). Lo scontento tra gli azionisti è forte e Kloppers potrebbe finire col cedere alle pressioni che la vorrebbero impegnato in un buyback piuttosto che in costose acquisizioni.
Potash rischia invece l'assalto dei russi. Phosagro ha promesso che dopo il 15 novembre informerà il mercato dei dettagli del suo piano, che prevede la costituzione di un consorzio sotto l'egida del Cremlino per rilevare una quota della società canadese: piano che secondo indiscrezioni sarebbe già a buon punto.
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