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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 07:49.
SEUL - Le grandi imprese internazionali sollecitano il G-20 a combattere il protezionismo e rivitalizzare il commercio internazionale per assicurare la solidità della ripresa globale.
Una due giorni di discussione fra 120 capi di imprese multinazionali e grandi banche, battezzata G-20 Business Summit, produrrà oggi un documento che verrà inviato ai capi di Stato e di Governo all'inizio del loro vertice e che insiste anzi tutto sulla priorità di salvaguardare l'apertura degli scambi internazionali e degli investimenti. Nel mondo dell'imprenditoria globale, si è diffusa nelle scorse settimane la preoccupazione che la cosiddetta "guerra delle valute" possa degenerare in un conflitto commerciale, con pesanti ripercussioni per la ripresa dell'economia.
Il gruppo (che comprende i leader di imprese industriali come Mittal e Nestlé e di banche come Hsbc e Deutsche; per l'Italia, Enel ed Eni) chiede al vertice del G-20 di rimuovere le barriere ai commerci che sono state erette dall'inizio della crisi globale tre anni fa e di impegnarsi nuovamente per concludere entro il 2011 le liberalizzazioni previste dal Doha Round, obiettivo più volte mancato e che ultimamente il G-20 aveva lasciato cadere.
Il documento del Business Summit chiederà anche che, all'interno dei nuovi requisiti di capitale per le banche (Basilea 3), cui i capi di Stato e di Governo devono dare l'imprimatur proprio nella riunione di Seul, venga dato ai finanziamenti agli scambi internazionali un trattamento favorevole. Nella versione attuale, osservano diverse fonti, le nuove regole penalizzerebbero questo tipo di opeazioni, rischiando così di limitare l'espansione del commercio mondiale. Le imprese sottolineano il legame fra commercio, creazione di posti di lavoro e crescita. Il Business Summit chiede inoltre al G-20 che vengano rimossi gli ostacoli agli investimenti privati dall'estero.
Efficienza energetica e creazione di occupazione "verde" sono fra gli altri temi su cui le imprese riunite a Seul sollecitano i governi e promettono il proprio impegno.