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Mps: Basilea 3 è gestibile Nuovo piano a primavera

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 06:42.


SIENA. Dal nostro inviato
Fine d'anno in "crescendo" per Banca Monte dei Paschi, che conferma le scelte strategiche (razionalizzazione, riduzione dei costi, focalizzazione sull'attività retail) e annuncia per la prossima primavera il nuovo piano industriale «incentrato sull'innovazione e la diversificazione dei ricavi», come ha spiegato in conference call agli analisti finanziari il direttore generale Antonio Vigni.
Il mercato ha accolto sostanzialmente bene i conti trimestrali del gruppo, approvati dal consiglio d'amministrazione presieduto da Giuseppe Mussari, non penalizzando il titolo che ha chiuso in linea con la seduta precedente nonostante la flessione generalizzata del comparto bancario. A livello consolidato, nel periodo luglio-settembre, Bmps ha realizzato 272,9 milioni di risultato operativo (+86% su base annua) e un utile netto di 95,8 milioni (+38%). Anche i fondamentali dei primi nove mesi del 2010 migliorano, con 761,9 milioni di risultato operativo (+31%), una forte riduzione dei costi e delle rettifiche su credito (rispettivamente -3,6% e -16%), e il Tier 1 ratio salito all'8,4% contro il 7,8% di giugno scorso.
L'utile netto, pari a 356,9 milioni (-11%), è inferiore a quello del 2009, quando però la banca senese aveva contabilizzato una plusvalenza straordinaria di circa 200 milioni per la cessione del 70% della Sgr a Clessidra. «È stato fatto un buon lavoro», ha detto Vigni. «Il modello tradizionale di banca ha molti pregi e ci ha permesso di superare la crisi. Certo - ha aggiunto - in uno scenario di tassi bassi, bisognerà abbassare il costo della distribuzione, cosa che faremo con la muticanalità».
Vigni ha sottolineato l'impegno sul fronte della riorganizzazione, che dal 2005 a oggi ha consentito di cancellare 193 poltrone tra consigli d'amministrazione e collegi sindacali (l'ultimo passaggio è in programma per il 3 dicembre con la fusione nella capogruppo di Paschi gestioni immobiliari e Mps investment, che comporterà il taglio di altri 15 incarichi). La riduzione dei costi - indica un comunicato di Bmps - a fine anno dovrebbe toccare il 4,5% rispetto al 2009 (-13% in tre anni).

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Tags Correlati: Antonio Vigni | Banca del Monte dei Paschi di Siena | Basilea | Bmps | Capitale sociale | Clessidra | Consiglio d'Amministrazione | Fondazione Mps | Francesco Gaetano Caltagirone | Gabriello Mancini | Giuseppe Mussari | Marco Parlangeli | Sgr | Vittorio Galgani

 

Il direttore generale ha nuovamente escluso il ricorso ad aumenti di capitale, ha confermato l'intenzione di restituire il Tremonti bond (1,9 miliardi di euro) prima della scadenza naturale del 2013 e ha spiegato di ritenere «gestibile l'impatto di Basilea 3». Soddisfazione per i risultati dei primi nove mesi del 2010 è arrivata anche dal vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone («Sono numeri buoni, mi sembra che si vada nella direzione giusta»), e soprattutto dai vertici della Fondazione Mps, azionista di riferimento della banca, che sempre ieri hanno annunciato il piano di erogazioni per l'anno in corso, pari a 109 milioni (di cui 80 per finanziare progetti di terzi), contro i 180 milioni del 2009, dopo aver utilizzato 55 milioni del fondo di stabilizzazione (sceso a 118 milioni). «I risultati della banca sono positivi, considerato il momento di mercato», ha commentato Gabriello Mancini, presidente della Fondazione. «Il management sta lavorando bene, anche sulla base delle indicazioni che avevamo dato in assemblea - ha puntualizzato - Adesso ci aspettiamo il ritorno del dividendo».
Per il direttore generale della Fondazione, Marco Parlangeli, che ha ricordato come il 73% dell'attivo sia rappresentato dalla partecipazione in Bmps, «la diversificazione del portafoglio è bassa, ma siamo impegnati a migliorarla, compatibilmente alle opportunità e alla convenienza del momento». Parlangeli ha annunciato la necessità anche nel 2011 di attingere al fondo di stabilizzazione delle erogazioni che, come ha sottolineato il vice presidente Vittorio Galgani, «negli anni successivi andrà poi ricostituito». I tempi sono difficili, insomma, ma Siena fa quadrato.
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