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Finanza e Mercati Azioni

Gm torna a Wall Street Obama: una pietra miliare

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 06:42.


General Motors festeggia il ritorno in Borsa con un rialzo del 3,6% rispetto al prezzo di collocamento: le azioni dell'ex numero uno mondiale dell'auto hanno chiuso ieri a Wall Street a 34,19 dollari contro i 33 pagati dagli investitori. L'apertura era stata ancora più brillante (+6%), subito dopo che il presidente di Gm, Dan Akerson, aveva suonato il clakson di una Chevrolet Camaro, oltre alla tradizionale companella, per celebrare l'inizio delle contrattazioni; il rialzo finale, pur meno vistoso, ha fugato i timori che il prezzo di vendita - aumentato rispetto alla prima forchetta di 26-29 dollari - si rivelasse troppo elevato. I collocatori, guidati da Morgan Stanley e Jp Morgan, hanno in effetti dovuto muoversi su un terreno scivoloso: da un lato il maggior azionista, il Tesoro Usa (il cui advisor è stato Lazard), non voleva subire una minusvalenza eccessiva; dall'altro bisognava evitare all'esordio sia un flop, che sarebbe stato disastroso dal punto di vista dell'immagine, sia un rialzo eccessivo, per non esporsi all'accusa di aver svenduto i titoli.
L'offerta pubblica chiusa mercoledì notte vale un minimo di 20,1 miliardi di dollari, che saliranno a 23,1 nel caso di esercizio di tutte le cosiddette greenshoe (le opzioni di collocamenti addizionali) da parte delle banche. Per le sole ordinarie l'Ipo è di 18,1 miliardi, e si colloca al secondo posto nella storia di Wall Street dopo quella della Visa. La quantità di azioni ordinarie Gm in offerta è stata aumentata mercoledì a 478 milioni, e il prezzo unitario è salito a 33 dollari per un valore complessivo di 15,77 miliardi di dollari; ad esse si aggiungono 87 milioni di azioni privilegiate convertibili che valgono 4,35 miliardi. Le banche hanno ora 30 giorni di tempo per sottoscrivere altri 71,7 milioni di ordinarie e 13 milioni di privilegiate per coprire eventuali richieste in eccesso. Il closing delle offerte è previsto per martedì 23 novembre. Secondo il vice presidente e Cfo di Gm, Chris Liddell, il 20% circa delle azioni è andato a investitori individuali (non necessariamente piccoli), ovvero una quota superiore al normale; il 90% dei titoli è rimasto in Nordamerica, ma quelli ceduti al di fuori sono forse i più significativi: primo fra tutti l'1% circa destinato all'alleata cinese Shanghai Auto (Saic), che ha confermato ieri di aver investito nell'operazione 500 milioni di dollari.

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Tags Correlati: Barack Obama | Borsa Valori | Chris Liddell | Dan Akerson | General Motors | Ipo | Mark Reuss | Morgan Jp | Rick Wagoner | Stati Uniti d'America | Wall Street

 

I fondi derivanti dalla vendita delle azioni ordinarie non andranno alla General Motors ma ai soci venditori, primo fra tutti il Tesoro Usa, che cederà da un minimo di 358 a un massimo di 412 milioni di azioni: la sua quota, attualmente del 61%, scenderà in questo secondo caso al 26 per cento. L'Amministrazione Obama resta primo azionista ma conta di togliere presto all'azienda il soprannome di «Government Motors»: «L'Ipo di Gm – ha detto il presidente Barack Obama – rappresenta una pietra miliare non solo per una società che è una nostra icona, ma per l'intera industria automobilistica americana» e «prosegue – ha aggiunto – il nostro sforzo disciplinato per uscire dall'investimento proteggendo al tempo stesso il contribuente americano». Con lo stesso obiettivo di «massimizzare la protezione dei contribuenti», il governo canadese ha fatto una scelta opposta in prima battuta, vendendo una piccola quota e scendendo solo dall'11 al 10 per cento.
Quale sarà il bilancio finale per Washington, che ha investito complessivamente 49,5 miliardi di dollari in Gm? Su questa prima tranche, se verranno esercitate tutte le greenshoe, perderà circa 4,5 miliardi di dollari (i titoli erano stati pagati - calcola il Wall Street Journal - un prezzo effettivo di 43,84 dollari l'uno). Per andare in pari dovrà vendere il resto del pacchetto a 52,79 dollari per azione.
Il ricavato della cessione delle azioni privilegiate andrà invece alla Gm, che lo utilizzerà per ripagare una parte dei debiti e per rimpolpare il fondo pensione. Liddell ha detto che Gm potrebbe tornare sul mercato obbligazionario a breve temine, ma che l'obiettivo per i prossimi anni è di ridurre il debito netto a zero dagli attuali 8,6 miliardi di dollari.
Ieri c'era chi metteva in guardia contro i facili entusiasmi, puntando l'indice sulle perdite colossali degli ultimi dieci anni e sui problemi che Gm ha ancora, dall'erosione della quota di mercato Usa al rosso in Europa. «Abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare» ha ammesso con il «Financial Times» il responsabile delle attività Usa, Mark Reuss. Ma il turnaround realizzato in meno di un anno e mezzo grazie all'intervento dello stato e al passaggio per l'amministrazione controllata (Chapter 11) ha reso l'azienda irriconoscibile: ha un management interamente nuovo, ha dimezzato il numero di marchi da otto a quattro, ha rinegoziato i contratti di lavoro e ridotto drasticamente i costi.
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LE TAPPE

2008
1 AGOSTO
Gm annuncia una perdita trimestrale record da 15,5 miliardi
2 DICEMBRE
I grandi produttori di auto vanno al Congresso. Gm fa sapere di aver bisogno subito di 4 miliardi di dollari per poter chiudere l'anno.
19 DICEMBRE
La Casa Bianca mette a disposizione delle tre case automobilistiche i primi denari. Complessivamente il governo americano versa 17,4 miliardi di dollari, di cui 4 miliardi a General Motors.
2009
26 FEBBRAIO
Gm annuncia un rosso da 30,9 miliardi di dollari . Quattro giorni dopo il ceo Rick Wagoner si dimette.
29 MAGGIO
Gm, dopo lunghe trattative, promette di vendere la controllata europea Opel a Magna.
1 GIUGNO
Gm porta i libri in tribunale e fa richiesta per il Chapter 11: il governo rileva il 60% del capitale e garantisce altri 30 miliardi di dollari.
L'obiettivo è far emergere un'azienda nuova, pronta a tornare in Borsa.
10 LUGLIO
Dopo soli 40 giorni, Gm è pilotata fuori dall'amministrazione controllata.
3 NOVEMBRE
Gm ci ripensa e non vende più Opel. Nello stesso mese inizia a rimborsare gli aiuti pubblici. Salta la vendita di Saab.
2010
25 GENNAIO
Ed Whitacre, ceo ad interim, assume il pieno ruolo operativo.
17 MAGGIO
Gm torna in utile: è il primo saldo positivo dal 2007.
2 NOVEMBRE
Gm stima di raccogliere dall'Ipo 10,6 miliardi di dollari.
18 NOVEMBRE
Ipo da record: il prezzo di collocamento sale a 33 dollari e il gruppo raccoglie 23 miliardi.

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