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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2010 alle ore 06:39.
Un indice, il primo in Italia, in grado di misurare se le famiglie sono all'altezza di poter acquistare un'abitazione. Se sono quindi in grado di chiedere un mutuo e di rimborsarlo fino alla scadenza. È la novità dell'ufficio studi dell'Abi, l'associazione bancaria italiana (elaborato in collaborazione con ministero del Lavoro e Agenzia delle entrate), che Casa&Case pubblica in esclusiva.
Guardando l'affordability index italiano (indice di accessibilità all'abitazione) si ricava subito che le famiglie italiane, considerate le condizioni di mercato e il proprio reddito, hanno oggi lo stesso potere di acquistare un immobile che avevano nel 2006. Dopo aver subito un calo vistoso da agosto 2006 ad agosto 2008, infatti, l'indice è risalito, in una rimonta che, salvo qualche battuta d'arresto, è proseguita mese su mese. Su questo fronte la crisi scoppiata nel 2007 sembra alle spalle.
Ma come funziona l'indicatore? L'idea base è che il bene casa è accessibile se la rata del mutuo necessario a finanziare l'acquisto della casa non supera il 30% del reddito disponibile (componente reale). Il reddito, però, va ponderato con una componente finanziaria (rappresentata dal tasso di interesse sui mutui e dall'andamento dei prezzi delle case). E quindi si arriva alla formula tale per cui le famiglie sono mediamente in grado di acquistare un'abitazione (di 103,7 metri quadri in media) al prezzo medio di mercato se l'indice di affordability è superiore a 0. In base alle ultime rilevazioni, a settembre l'indice si attesta al 6,3%, in netto recupero rispetto al 5,4% di agosto e il 4,5% di inizio anno. A cosa è dovuto il miglioramento? Secondo i dati mentre il rapporto costo casa/reddito disponibile è rimasto sostanzialmente invariato, l'indice è risalito (e con esso il potere di acquisto immobiliare delle italiani) per effetto della riduzione dei tassi di interesse (nella formula si considerano i tassi fissi che hanno beneficiato del vistoso calo degli indici Irs).
Scendendo nel dettaglio, il nuovo parametro indica però che non sono tutte rose e fiori. Per le famiglie con capo giovane e senza casa di proprietà l'indice di accessibilità è più basso rispetto alla media nazionale ed è sotto quota zero – sottolineano dell'ufficio studi dell'Abi – tanto che per questa categoria sarebbe opportuno avanzare delle politiche di agevolazione al credito.