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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:42.
Ancora non si è deciso secondo quali modalità e tempi condurre i nuovi stress test sulle banche europee ma secondo voci concordanti pare che scatteranno in febbraio per concludersi in giugno. Dietro le quinte comunque è la bagarre. La Commissione europea spinge infatti per non limitarli, come gli ultimi, esclusivamente alla tenuta in termini di capitale ma di allargarli al parametro della liquidità. E per due ottime ragioni.
Le "prove" di luglio, che hanno interessato 91 banche europee, ne hanno bocciate soltanto sette: cinque casse di risparmio spagnole, la greca Ata Bank e la tedesca Hypo Real Estate. Però nessuna delle due banche irlandesi, la Allied Irish e la Bank of Ireland (ma non la Anglo-Irish) che pure erano sotto i riflettori.
E questo perchè la capacità di resistenza alla crisi riguardava solo il livello dei capitali, cioè la capacità di assorbire le perdite, e non quello della liquidità, meglio la sua penuria, che è stata il detonatore della grande crisi finanziaria irlandese e relativo piano europeo di salvataggio delle banche che sta facendo ballare euro ed Europa. Per questo la credibilità degli stress test allora effettuati è messa da molti in discussione insieme alla effettiva solidità delle banche europee che allora hanno superato l'esame. A cominciare ovviamente da quelle portoghesi e spagnole, visto che dopo Dublino, potrebbero essere Lisbona e Madrid le prossime vittime degli attacchi dei mercati.
L'altra ragione è che allora, prima dell'accordo su Basilea 3, non c'era un criterio armonizzato per misurare la liquidità. Quindi l'esame era di fatto impraticabile. Il che non toglie che anche oggi resti difficile per le molte variabili che definiscono gli asset più o meno liquidi.
I nuovi test ora si faranno alla luce dei nuovi requisiti patrimoniali fissati da Basilea 3, insistono gli addetti ai lavori a Bruxelles. Anche se l'accordo raggiunto in ottobre di fatto rimanda di diversi anni l'applicazione dei nuovi standard su capitali e liquidità, proprio perchè le banche hanno insistito e ottenuto di stemperare i nuovi oneri nel tempo. Ed è questo uno dei punti in contesa.
«Dobbiamo tirare la lezione dalle prove fatte in luglio per migliorare la nostra metodologia» insiste Michel Barnier, il commissario Ue al Mercato unico e ai Servizi finanziari. Ma per ora si scontra contro il muro delle Autorità di vigilanza nazionali che in maggioranza restano contrarie a includere il criterio della liquidità.