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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 17:39.
Puntare sui corporate bond? Non tutti sono d'accordo, anzi. Pochi giorni fa Paolo Basilico, numero uno del gruppo Kairos, ha spiegato che le azioni sono convenienti come non mai, ma non le obbligazioni. Opinione in linea con quella di Valentina Vicinanza di Banca Akros (si veda a pagina 29). Gli aficionados dovranno fare molta attenzione.
Tommy Leung, analista di Ubs Investment Research, ritiene che «l'effetto Irlanda nel medio periodo porterà a un'ulteriore differenziazione degli spread, sia a livello geografico che settoriale.
L'aumento dell'avversione al rischio beneficierà gli emittenti europei ad alto standing in settori difensivi come pharma e beni di consumo». Gli indici Barclays in euro sui prezzi dei bond mostrano che nell'ultimo anno si è ampliata la forbice tra il -3,16% dei titoli pubblici italiani, il -0,87% dei governativi eurozona e il +1,99% del Bund. Sul fronte corporate, la divaricazione è ancora più ampia: quelli europei che segnano +0,67% e quelli globali invece +13,54 per cento.
Per John J. Kirkowski, senior vice president di Pimco, «il trend dei downgrade di titoli corporate è tornato sulla media dell'ultimo decennio, mentre quello dei titoli pubblici è ai massimi storici. L'aumento dei debiti pubblici spinge i tassi al rialzo: i risparmiatori dovranno gestire attivamente il rischio, facendo selezione in un'ottica di rischio-rendimento. Meglio i settori che beneficieranno di un ritorno della regulation, anticiclici e difensivi, o con asset garantiti da collaterali».
Lale Topcuoglu, co–responsabile del global investment grade portfolio management, sostiene che Goldman Sachs Asset Management «resta ottimista sui corporate bond europei grazie al basso tasso di default atteso per il 2011, alle politiche espansive della Bce e al buon andamento dei bilanci». La conferma viene dall'indice iTraxx Europe che scommette sulla probabilità di default di un paniere di 125 Cds (Credit default swap) su altrettanti emittenti corporate del Vecchio Continente. Dopo aver sfiorato quota 300 nei giorni del crack Lehman Brothers, oggi l'iTraxx Europe veleggia intorno a 100, come prima dei subprime, anche se a giugno la crisi greca l'aveva riportato vicino ai 130 punti.