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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 15:30.
L'industria italiana di gestione dei fondi "continuerà a perdere quote di mercato" in Italia rispetto alle società straniere. E' quanto afferma un rapporto di Rbc Dexia Investor Services, sottolineando che gli investitori si rivolgono a imprese d'oltremare con migliori "track record" e che le società italiane di servizi finanziari stanno vendendo gli asset "non-core".
Il rapporto, di cui dà notizia il Financial Times, osserva che il settore affronterà "cambiamenti strutturali". Le pressioni concorrenziali e le modifiche regolamentari stanno infatti provocando ristrutturazioni aziendali e fusioni di fondi.
"Quasi tutti si aspettano una radicale ristrutturazione del mercato, con più M&A e una razionalizzazione dei fondi", dice al Ft Paride Amiotti, managing director di Rbc Dexia Italia. "Ci sono molte complesse nuove regole che entreranno in vigore nel 2011 e 2012 che probabilmente ridurranno gli afflussi. Sarà dura per i manager stare al passo con tutta la nuova regolamentazione, soprattutto per i fondi più piccoli".
La ricerca di Rbc Dexia, condotta con Ernst & Young, ha rilevato che quattro quinti degli asset manager italiani si aspettano che gli investitori si spostino su prodotti esteri con migliori "track record" (i risultati professionali ottenuti in passato), dando la priorità a questo rispetto all'esperienza o alla reputazione.
Dalle risposte è emerso che gli investitori prestano più attenzione alla gestione del rischio, cercando prodotti che hanno avuto una perfomance in linea con i loro profili di rischio.