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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 14:17.
Italia, Spagna e Portogallo fanno pressione sull'Ue per spingere la Banca centrale europea a "un'azione più decisa" per combattere la crisi dei debiti sovrani, anche con un aumento degli acquisti di titoli di stato da parte della Bce, osteggiato dalla Germania. L'indiscrezione apre la prima pagina e il sito web del Wall Street Journal, che fa riferimento all'imprevista riunione, svoltasi lunedì sera in Libia, in margine al summit Ue-Africa, tra i leader dei tre paesi considerati più a rischio contagio e i vertici europei.
Nella lussuosa hall dell'hotel Rixos Al Nasr a Tripoli, i tre premier, l'italiano Silvio Berlusconi, lo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero e il portoghese José Socrates si sono incontrati con il presidente Ue Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.
Nell'incontro, la Spagna ha spinto per una risposta coordinata, «più rapida e più attiva» da parte dell'Ue per contrastare le pressioni dei mercati, scrive il Wsj, citando una persona informata dei fatti. Questa azione potrebbe includere un'espansione dell'acquisto dei titoli sovrani di paesi periferici dell'eurozona da parte della Bce, che – ha detto la stessa fonte - non può rimanere «un fantasma con le mani legate dai tedeschi».
«L'opposizione della Gemania a un'aggressiva espansione del programma è forte», nota il Wsj, aggiungendo che la contrarietà tedesca potrebbe essere un ostacolo al tipo di azioni auspicate da Spagna e Italia. In particolare Axel Weber, il capo della Bundesbank, è apertamente contrario all'acquisto di bond da parte della Bce. Le autorità finanziarie tedesche hanno d'altra parte criticato la recente espansione del programma di acquisto di bond da parte della Federal Reserve Usa.
Italia e Spagna, che assieme al Portogallo sembrano essere i paesi più a rischio, sono alla guida di un tentativo per spingere la Bce ad azioni più decise, sottolinea il Wsj. Ma, precisa il quotidiano Usa, i policy maker europei non hanno fatto pressione apertamente, sapendo che premere su una banca centrale «notoriamente gelosa della propria indipendenza» potrebbe essere controproducente. Ma "privatamente", Italia, Spagna e Portogallo hanno spinto per un'azione forte e decisa da parte della Banca centrale europea.