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UniCredit rilancia a Est con 900 nuovi sportelli

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 06:41.


MILANO
Il gruppo UniCredit ha un piano per l'apertura di circa 900 sportelli nell'Europa Centro Orientale, concentrati soprattutto in Turchia e Romania. È quanto ha annunciato ieri il neo amministratore delegato di UniCredit Group Federico Ghizzoni nel corso della presentazione a Londra delle prospettive del gruppo nella Central Eastern Europe (Cee). Dei 900 sportelli, ha spiegato Ghizzoni, 300 saranno in Turchia, altrettanti in Romania, 120 in Ungheria e 180 in altri paesi, principalmente Russia, Bulgaria e Serbia. Ghizzoni, rispondendo alle domande degli investitori della city, ha anche rivelato che l'introduzione della nuova tassa sulla banche in Germania e Gran Bretagna costerà complessivamente circa 135 milioni a UniCredit.
I piani di sviluppo nella Cee sono al centro del nuovo piano industriale quinquennale, che sarà esaminato oggi in via preliminare dal comitato strategico di UniCredit. In agenda c'è anche il comitato nomine che, tra l'altro, procederà alla scelta del nuovo responsabile del personale, dopo l'uscita di Rino Piazzolla, mentre la nomina del successore di Sergio Ermotti alla guida del corporate & investment banking slitterà di «qualche settimana», ha detto ieri il direttore generale Roberto Nicastro.
Nell'Europa Centro Orientale, UniCredit è «ben posizionata nei paesi giusti» – ha detto Ghizzoni – caratterizzati da elevate opportunità e da un basso profilo di rischio, tra i quali la Polonia, l'unico paese dell'Ue che è riuscito a evitare la recessione, la Turchia, la Russia, la Croazia e la Repubblica Ceca. Per il neo amministratore delegato di UniCredit, «la complessità manageriale» che caratterizzerebbe le attività del gruppo nell'Europa Centro Orientale è «un falso mito, non lo accetto. Abbiamo creato una macchina che funziona molto bene, in modo semplice, e della quale siamo molto orgogliosi».
Il capitale allocato dal gruppo UniCredit nell'area Cee «crescerà nei prossimi anni», con focus nello sviluppo in tre paesi dell'Europa Centro Orientale (Russia, Turchia e Polonia), ma anche altri paesi «sono interessanti, come la Croazia e la Repubblica Ceca». Ghizzoni ha anche spiegato che «in Ucraina la situazione è fragile, anche se sta migliorando, dopo che il nuovo governo ha cambiato le relazioni con la Russia, l'unico paese che può fare importanti investimenti in Ucraina. A Mosca abbiamo incontrato diversi ministri del governo che ci hanno confermato che investiranno nel Paese». Il Kazakhstan invece, «è una storia diversa, il quadro macroeconomico sta migliorando, ma purtroppo la bolla nel settore bancario era enorme e ci vorrà ancora tempo». La ristrutturazione della banca kazaka è in corso. «Penso che sarà completata entro l'anno prossimo e, quanto alla vendita, non abbiamo in questo momento niente al riguardo».

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Tags Correlati: Capitale sociale | Central Eastern Europe | Comunità economica europea | Croazia | Europa dell'Est | Federico Ghizzoni | Germania | Gran Bretagna | Italia | Repubblica Ceca | Rino Piazzolla | Sergio Ermotti | Turchia

 

Per crescere nell'Europa Centro Orientale il gruppo UniCredit non dovrà versare «capitali addizionali», poichè le banche dell'area sono in molti casi già abbondantemente dotate di patrimonio, a volte in misura eccessiva. «Uno dei lati positivi della regione è che secondo i nostri calcoli potremo finanziare la crescita nei paesi più importanti senza capitali addizionali. Anzi, se abbiamo un problema nell'area è che in molti paesi siamo sovracapitalizzati. E uno dei punti su cui, come altre grandi banche europee, stiamo facendo una forte azione di lobbying, è di avere la possibilità di gestire il capitale complessivo attraverso l'Europa in un modo più efficiente». Ghizzoni ha aggiunto che le controllate di UniCredit nell'Europa Centro Orientale continueranno nei prossimi anni «a distribuire dividendi», che saranno incamerati dalla holding italiana. Pertanto, «l'Italia sarà in grado di continuare il business senza grandi problemi, in termini di bisogni di capitale». E per sottolineare la rilevanza della presenza di UniCredit nel Centro Est Europa, comparando rischi e rendimenti, ha aggiunto una battuta: «Pensate che sia più rischioso il Portogallo o la Polonia? È più rischiosa la Grecia o la Russia? Voglio essere ancora più provocatorio: è più rischiosa l'Italia o la Polonia? Se mi sente Tremonti – ha aggiunto, sorridendo – mi ammazza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI

900
Le nuove filiali
Il ceo di UniCredit, Federico Ghizzoni, ha annunciato ieri un piano per l'apertura di circa 900 sportelli nell'Europa centro-orientale.
300
Le filiali in Turchia e Romania
Le nuove aperture saranno concentrare soprattutto in Turchia e Romania (300 filiali).
135 milioni
La tassa tedesca e inglese
L'introduzione della nuova tassa sulle banche in Germania e Gran Bretagna costerà a UniCredit complessivamente circa 135 milioni.

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