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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2010 alle ore 06:40.
In due anni il gruppo Monte dei Paschi ha tagliato 193 poltrone, tra consigli d'amministrazione e collegi sindacali soppressi. Gli ultimi 15 posti sono scomparsi ieri, con il riassetto delle attività immobiliari deciso dall'assemblea straordinaria di Banca Mps.
Via libera dunque alla fusione nella capogruppo delle controllate Paschi gestioni immobiliari e Mps investments, oltre alla scissione parziale in favore di Banca Mps e Banca Antonveneta degli immobili strumentali delle rispettive aziende di credito, posseduti da Mps immobiliare. Con questa operazione, conseguente alla cessione per 1,7 miliardi degli immobili strumentali al consorzio Perimetro gestioni immobiliari (la cui compagine azionaria è in fase di definizione), Siena completa il programma di dismissioni annunciato.
«L'obiettivo, indicato dal piano industriale del 2006, era la rifocalizzazione dei nostri asset sul core business retail e il rafforzamento patrimoniale», ha sottolineato il presidente di Bmps, Giuseppe Mussari. «Prima dell'acquisto di Antonveneta avevamo il 6% di Tier 1, adesso siamo all'8,4% - ha aggiunto, rispondendo a chi gli chiedeva se lo sbarco a Padova non avesse indebolito il gruppo - Adesso restano da cedere gli immobili non strumentali (valore 324 milioni, n.d.r.), ma il piano di dismissioni può dirsi sostanzialmente chiuso».
Mussari e il direttore generale Antonio Vigni hanno anche ribadito l'intenzione di restituire al Tesoro i Tremonti-bond per 1,9 miliardi con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2013, potendo contare sulla «capacità del gruppo di generare patrimonio». I vertici di Rocca Salimbeni sono ottimisti sulle prospettive del gruppo. «I primi nove mesi del 2010 hanno messo in rilievo la nostra capacità di tenuta sul fronte dei ricavi e la forte azione per quanto riguarda i costi - ha detto Vigni -. Per fine anno abbiamo alzato al 4,5% l'obiettivo di riduzione delle spese: siamo impegnati a raggiungerlo e, se possibile, anche a migliorarlo ulteriormente».
Sull'eventuale rischio di dover affrontare un concordato fiscale con l'Agenzia delle entrate, che ha messo nel mirino un pool di banche, tra cui quella senese, per operazioni realizzate negli anni 2004-2008, con l'accusa di aver prodotto indebiti risparmi sulle tasse (nei giorni scorsi la Popolare di Milano ha deciso di avviare una transazione), Vigni ha spiegato che «per il Monte si tratta di un rischio remoto». E ha aggiunto: «Siamo confortati da autorevoli pareri». Presidente e direttore generale di Bmps hanno infine confermato che il nuovo piano industriale sarà pronto in primavera. «A quel punto - hanno detto - l'obiettivo strategico del gruppo sarà chiaro».