Madoff, chiesto alla Kohn risarcimento da 58 miliardi

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 16:18.

A meno di 24 ore dalla chiusura dei termini per la richiesta dei risarcimenti per le vittime del crack Madoff, Irving Picard cala l'asso. Il curatore della liquidazione della società dell'ex presidente del Nasdaq condannato a 150 anni di carcere per la «truffa del secolo» ha infatti chiamato in causa Sonja Kohn, la fondatrice di Bank Medici chiedendo oltre 58 miliardi di dollari: i 19,6 miliardi di danni triplicati secondo le norme del Rico, la legge federale varata per combattere il crimine organizzato. Nella 62enne donna d'affari austriaca, si legge fra le righe delle oltre 160 pagine depositate ieri dal trustee al tribunale di Manhattan, «Madoff ha trovato un'anima gemella criminale, la cui avidità e disonesta inventiva erano pari alle proprie».

Nelle ultime settimane Picard ha intentato una sequela di cause nel tentativo di recuperare almeno parte dei 65 miliardi di dollari sottratti da Bernard Madoff ai risparmiatori con il suo «schema Ponzi». Nel mirino sono finite banche come Ubs, Jp Morgan, Hsbc, Citigroup, Merrill Lynch, Abn Amro e Bbva con richieste complessive che, prima di ieri, ammontavano a oltre 34 miliardi.

Il risarcimento chiesto alla Kohn è uno dei più elevati mai presentati alla Corte distrettuale di New York ed era in un certo senso nell'aria. Bank Medici, partecipata al 25% da UniCredit attraverso Bank Austria, era stata travolta due anni fa dallo scandalo Madoff e aveva per questo poi subito il ritiro della licenza. Giovedì scorso un gruppo di 650 investitori tedeschi rappresentati da Deminor aveva inoltre chiesto a Hsbc un risarcimento di 25 milioni di euro per perdite subite in seguito al fallimento e alla chiusura di Herald Absolute Return, uno dei due fondi gestiti da Bank Medici che avevano investito per intero le somme di cui disponevano in Madoff .

Quasi metà dei danni arrecati (9,1 miliardi di dollari), si legge ancora fra le accuse depositate ieri, è attribuibile direttamente alla Kohn, ai suoi familiari e al complicato schema di fondi feeder che raccoglievano denaro per conto di Madoff tenendo in piedi l'intera truffa. Il loro ruolo sarebbe stato tutt'altro che marginale: questi soggetti «erano il pilastro, la condicio sine qua non dello schema Ponzi», ha detto Timothy Pfeifer della Baker & Hostetler, lo studio legale che assiste il trustee.

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Tags Correlati: Bank Medici | Bernard Madoff | Gianfranco Gutty | Giustizia | Global | Herald Absolute Return | Hostetler | Irving Picard | Madoff Securities | Morgan Jp | Nasdaq | Pioneer | Primeo | Sonja Kohn | Timothy Pfeifer

 

Nella lunga lista di citati in giudizio da Picard in relazione a Sonja Kohn e Bank Medici figurano anche Bank Austria, UniCredit, Pioneer Global Asset Management, l'ex amministratore delegato di Piazza Cordusio, Alessandro Profumo, e l'ex vice-presidente, Gianfranco Gutty. Nella ricostruzione dell'accusa, UniCredit avrebbe avuto un ruolo nella vicenda Madoff «almeno dal 2000 attraverso la controllata Pioneer». La stessa Kohn avrebbe poi favorito l'acquisizione di Bank Austria da parte di UniCredit, avvenuta nel 2005. Piazza Cordusio avrebbe inoltre partecipato in una fase successiva allo schema illegale nonostante i dubbi manifestati sulla Bernard Madoff Securities: il fondo Primeo di Bank Austria avrebbe liquidato le posizioni nella società, ma vi avrebbe poi investito in modo indiretto tramite Herald e altri fondi feeder legati a Bank Medici.

Da UniCredit arriva immediata la risposta: «I nostri legali – si legge in una nota diramata ieri sera – stanno riesaminando la questione che verrà gestita attraverso le ordinarie procedure legali. È nostra intenzione portare avanti la nostra difesa in modo determinato». In linea quindi con la reazione delle altre banche chiamate in causa nei giorni scorsi, che hanno generalmente bollato come «senza merito e completamente false» le accuse.

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