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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 14:55.
Le banche italiane sono le più care d'Europa: secondo uno studio della Commissione Ue, i costi sono superiori di due volte e mezzo rispetto alla media. «Entro metà dell'anno prossimo - ha detto il commissario a Mercato interno e servizi finanziari Michel Barnier - faremo chiarezza su questo punto».
Il costo medio è di 253 euro, in Olanda ne si pagano 112
In media, un cliente di banca in Italia spende 253 euro all'anno per il suo conto corrente; la media europea è di 112 euro mentre in Olanda, il paese più «conveniente», il costo medio all'anno è di 46 euro. «Perché queste differenze? - si chiede Barnier - Abbiamo un mercato unico, numerosi paesi hanno la stessa moneta e dal 2012 disporremo anche di un sistema unico di pagamenti».
L'Abi non è accordo: costo medio 116 euro
Ma l'Abi, l'Associazione bancaria italiana non è d'accordo con i dati diffusi dall'Ue. Con un comunicato, l'associazione ha smentito le cifre precisando che, secondo le rilevazioni della Banca d'Italia, nel nostro paese il costo medio annuo di un conto corrente è di 114 euro. Cifre quindi in linea con il resto d'Europa e con le stesse elaborazioni dell'Abi, che evidenziano una media di 116 euro in riferimento a diversi profili di utilizzo. La stessa associazione, attraverso il nuovo motore predisposto dal Consorizio Pattichiari che consente il confronto dei costi dei conti correnti sulla base di sette profili tipo, invita i risparmiatori a verificare in prima persona l'Isc (Indicatore sintetico di costo).
La Ue fissa al 2012 l'entrata in vigore del sistema europeo dei pagamenti
Oggi la Commissione ha infatti fissato la scadenza per l'operatività del sistema europeo dei pagamenti: i preesistenti sistemi nazionali di versamenti e prelievi saranno eliminati e sostituiti dal nuovo sistema 12 e 24 mesi rispettivamente dopo l'entrata in vigore del regolamento, quindi probabilmente già dal 2012. Una scadenza fissata anche allo scopo di accelerarne l'entrata in vigore: il sistema è infatti poco utilizzato: a ottobre solo il 9,6% dei bonifici nell'Eurozona sono stati eseguiti con uno strumento di pagamento Ue, nell'ambito delle regole dello spazio unico dei pagamenti in euro (Sepa). Ciò significa che ai ritmi attuali occorrerebbero 25 anni perché siano applicate integralmente le norme.