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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2010 alle ore 08:33.
Chiusura positiva per le Borse europee che però riducono i guadagni della giornata. Al termine delle contrattazioni Londra sale dello 0,28%, Parigi dello 0,46% e Francoforte dello 0,5 per cento. Tra le migliori Milano dove FTSE Mib e FTSE IT All Share guadagnano rispettivamente l'1,5% e l'1,38%. Contrastata invece Wall Street con il Dow Jones in calo (-0,13%) mentre Nasdaq ed S&P500 chiudono appena sopra la parità.
Le blue chip di Piazza Affari
In evidenza il Banco Popolare (+5,58%) che approfitta di un report di Goldman Sachs che ha alzato il giudizio sul titolo da "sell" a "neutral". Nel comparto energia si muove bene Tenaris (+3,25%) che aggiorna i massimi degli ultimi due anni. Tod's (+0,79%) rimbalza dopo le vendite dei giorni scorsi seguite alla cessione del 10% da parte della famiglia Della Valle. Tra i nuovi soci privati c'è un gruppo di dodici investitori che, secondo quanto pubblicato dal Sole 24 Ore online, ha rilevato il 2,88% del capitale.
Euro debole
Euro in ribasso sul dollaro in apertura dei principali mercati valutari. La moneta unica europea è scambiata a 1,3154 dollari, mentre venerdì la Banca centrale europea l'ha rilevata a 1,3260 dollari. Intanto, il franco svizzero ha segnato un nuovo record sull'euro, indebolito dalla crisi del debito sovrano, che stimola gli investitori a buttarsi sulla valuta svizzera. Il franco svizzero é stato scambiato a 1,2702 franchi per euro, un nuovo record che scavalca la quota di 1,2713 raggiunta venerdì. «Le paure che pesano sull'Unione europea, i dubbi sulla ripresa dell'economia statunitense e il rallentamento in corso per il Giappone spingono gli investitori a cercare alternative», affermano gli analisti della banca Pictet.
Gli investitori «si sono rivoli quindi al franco, dato lo stato di salute assai soddisfacente della nostra economia», hanno detto, aggiungendo che il franco svizzero in questa settimana potrebbe oscillate fra 1,25 e 1,30 euro. Questo nuovo slancio del franco ha dimostrato ancora una volta la difficoltà della Banca nazionale svizzera (Bns) nel combattere contro l'apprezzamento della sua valuta, che sta danneggiando le esportazioni.