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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 12:57.
Assange ha dichiarato di aver abbastanza materiale da far dimettere i vertici delle maggiori banche americane. Lo rivela su Twitter Alexi Mostrous, giornalista del Times si Londra anticipando i contenuti di un'intervista faccia a faccia con il fondatore di Wikileaks recentemente scarcerato.
Già nelle scorse settimane si era saputo che, tra gli obiettivi del sito, c'erano anche grandi banche di Wall Street. Lo aveva fatto sapere lo stesso Assange in un'intervista realizzata a Londra a novembre, prima dell'uscita delle rivelazioni sulla diplomazia internazionale, al settimanale Forbes.
Assange si era limitato a dire che le rivelazioni si concentreranno su quello che definisce «l'ecosistema della corruzione». Non solo casi abnormi, precisa, ma anche «il regolare processo decisionale» che finisce per «tollerare e sostenere tutta una serie di pratiche non etiche».
Il fondatore di Wikileaks non aveva fatto i nomi anche se tutti avevano pensato a Bank of America. In un'intervista al magazine Computerworld nel 2009, aveva infatti dichiarato che il suo gruppo era in possesso di un hard drive 5 gigabyte appartenente a un manager della banca.
Ieri peraltro la società ha annunciato il blocco di qualsiasi bonifico o transazione bancaria verso Wikileaks, o altri soggetti che fanno riferimento al sito. La risposta del sito è stata un appello via Twitter ai suoi sostenitori: «Chiunque ami la libertà dovrebbe chiudere il proprio conto a Bank of America». (An. Fr.)