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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 09:39.
L'accordo sui bonus è rinviato a dopo Natale. I vertici delle maggiori banche britanniche hanno incontrato ieri il cancelliere dello Scacchiere George Osborne e il ministro del Business Vince Cable per discutere della controversa questione delle remunerazioni bancarie. I colloqui sono stati molto «costruttivi», ha fatto sapere ieri sera il Tesoro britannico, che ci tiene a sottolineare l'aspetto di cordiale negoziato e a minimizzare invece l'effetto «brutale ultimatum». Di fatto, però, il governo ha minacciato di aumentare le tasse sulle banche se non dimostreranno una «visibile moderazione» nel prossimo round di bonus all'inizio del prossimo anno.
«Le banche hanno messo sul tavolo diverse proposte, il dialogo è stato costruttivo», ha detto un portavoce del Tesoro, senza entrare in dettagli. «Le proposte verranno discusse ulteriormente nel periodo natalizio con l'obiettivo di costruire un rapporto di cooperazione stabile tra gli istituti e il governo nel 2011 per sostenere la ripresa economica». Presenti all'incontro erano i vertici di Hsbc, Barclays e Santander, oltre a Lloyds Group e Royal Bank of Scotland che sono controllate dal Tesoro che le aveva «salvate» all'epoca della crisi.
Le posizioni sono molto diverse, sia tra banche e governo che all'interno della stessa coalizione al potere. Il ceo uscente di Barclays, John Varley, sta cercando un compromesso sostenibile e sta cercando di realizzare quello che viene definito «progetto Merlino», che prevede un impegno delle banche ad aprire i rubinetti del credito per le piccole e medie imprese in cambio di una certa flessibilità sul fronte dei bonus. Hsbc è meno disposta a scendere a patti e ha già minacciato di trasferire il quartier generale all'estero se le condizioni nella City diventeranno troppo onerose. Altre banche, come Standard Chartered, si sono rifiutate persino di partecipare ai colloqui. Ogni tetto imposto sui bonus, secondo Hsbc e StanChart, danneggia le banche che non sono più in grado di competere e reclutare i migliori talenti sul mercato.
Lloyds e Rbs hanno meno libertà di azione dato che l'azionista di riferimento è il Tesoro, ma le voci su presunti pagamenti di bonus per un miliardo di sterline a Rbs hanno infiammato la polemica in una Gran Bretagna alle prese con rigide misure di austerità imposte dal governo.