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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2010 alle ore 06:41.
MILANO
Per alcune banche americane si avvicina lo spettro del fallimento. Sono circa un centinaio, tra quelle segnalate dal Wall Street Journal, che sarebbero sul punto di lanciare la spugna nonostante gli aiuti ricevuti dal governo attraverso il piano di salvataggio del Tarp (Troubled Asset Relief Program). Sempre secondo i calcoli del quotidiano americano, nell'ultimo trimestre il numero delle banche in difficoltà è salito a 98 rispetto al trimestre precedente quando erano 86 gli istituti mostravano segnali di cedimento. I fondi governativi assorbiti da questo gruppo di istituti sono stimati in 4,2 miliardi di dollari, che tuttavia non sono stati sufficienti a contenere l'erosione del capitale e l'impatto negativo dei crediti inesigibili.
Quando il Tarp fu creato nel pieno della crisi finanziaria il 3 ottobre 2008 dall'allora presidente statunitense George Bush per salvare banche, compagnie di assicurazione e case automobilistiche, l'intenzione del governo era quella di aiutare soltanto quegli istituti che erano in condizioni non disperate. Una raccomandazione solo in parte rispettata perché da allora molti degli istituti che hanno fatto ricorso al Tarp, hanno visto peggiorare la loro situazione finanziaria.
Sette tra quelli che hanno ricevuto fondi governativi sono già falliti: si tratta di banche di piccole e medie dimensioni con asset totali per 439 milioni di dollari, le quali hanno in media richiesto fondi per 10 milioni ciascuna. Ma l'elenco ora rischia di allungarsi. «Capiamo e ammettiamo che alcune tra le banche più piccole siano in difficoltà», ha spiegato David Miller, chief investment officer del dipartimento del Tesoro a cui fa capo la gestione del piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari.
Le banche analizzate dal quotidiano finanziario hanno un rapporto capitale Tier 1 al di sotto della soglia del 6% (quella che definisce una buona capitalizzazione) o hanno ricevuto dalle autorità di regolamentazione richiesta di controllare o ampliare il livello di capitale disponibile. Stando agli stessi criteri sono 814 delle 7.760 banche o casse di risparmio americane da considerare in difficoltà, più delle 729 individuate del secondo trimestre. Le banche più piccole che hanno ricevuto aiuti dal Tarp sono quelle più in difficoltà rispetto alle banche più grandi perché non hanno potuto accedere ad altro genere di aiuti rispetto agli istituti più grandi, osserva il Wall Street Journal. Bank of America e Citigroup, ad esempio, hanno attinto fondi dai vari programmi della Fed durante la crisi. La scorsa settimana, il Dipartimento del Tesoro americano ha fatto sapere che sei istituzioni finanziari hanno già rimborsato gli aiuti ricevuti dal governo per 2,7 miliardi di dollari, inclusi i dividendi.