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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 08:14.
Se fosse solo una questione di numeri, il 2011 si presenterebbe meglio del 2010 per il mercato dei titoli di stato in euro perchè l'anno prossimo l'importo delle emissioni lorde (rimborsi di titoli in scadenza inclusi) dei bond a medio-lungo termine sarà inferiore rispetto a quest'anno. Meno carta in offerta, aste più leggere: ma non leggerissime. Per Unicredit si scenderà da 1002 a 921 miliardi, per Deutsche bank da 923 a 890 miliardi, per Barclays da 953 a 845, per Crédit agricole da 953 a 848, solo per citare alcune previsioni. I BoT in euro avranno roll over in asta per 640 miliardi circa. In totale, oltre 1.500 miliardi di aste pubbliche.
Eppure, il mondo degli investitori, trader e strategist che opera in titoli di stato dell'eurozona guarda al 2011 con molta apprensione: i più pessimisti non nascondono di nutrire la speranza di non dover rimpiangere un'annata orribile come il 2010. All'unanimità si prevede la permanenza di un elevato tasso di volatilità, con rendimenti e spread in altalena che manterranno il terreno molto scivoloso, pessimo per gli investitori più cauti come i fondi pensione e le compagnie di assicurazione. Numerose le incognite che lasciano innescata la mina del rischio-sistemico per l'anno prossimo. Primo tra tutti il timore che Portogallo e Spagna seguiranno nel 2011 la stessa strada di Grecia e Irlanda: secondo Deutsche bank, entro il prossimo febbraio il Portogallo chiederà aiuto all'Europa e al Fmi per un piano di salvataggio delle dimensioni di quello irlandese. Un'altra predominante preoccupazione per il 2011 riguarda le banche europee, che dovranno collocare emissioni lorde per 1.010 miliardi di euro tra obbligazioni bancarie senior e subordinate, bond garantiti dagli stati e covered bond: in concorrenza con le aste dei titoli di stato ma soprattutto all'ombra del rischio di ristrutturazione dei debiti sovrani, forse già a partire dal 2013. Un altro importante punto interrogativo riguarda il ruolo della Banca centrale europea: finora gli acquisti sul secondario dei titoli di stato in euro da parte della Bce sono stati timidi. Resta da vedere se questa misura-tampone basterà ad alimentare adeguatamente la liquidità sul mercato secondario. Il mercato aspetta inoltre con una certa trepidazione il debutto del veicolo EFSF in qualità di emittente di bond: il successo dei suoi collocamenti è fondamentale per dare credibilità ai piani di salvataggio. Non da ultimo, la concorrenza tra stati sul calendario delle aste, spesso intasato (quest'anno se ne sono tenute 120 solo per le scadenze a medio-lungo), manterrà alta la tensione al momento delle emissioni di titoli di stato a breve, medio e lungo termine.