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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 06:41.
L'industria siderurgica, già alle prese con prezzi del carbone alle stelle, con l'anno nuovo dovrà sopportare nuovi rincari anche per il minerale di ferro. Le forniture da parte dei maggiori produttori – i cui prezzi sono ormai aggiornati ogni trimestre – tra gennaio e marzo costeranno quasi il 10% in più. Sulla base dei meccanismi automatici di adeguamento dei prezzi adottati dalle minerarie, Reuters ha calcolato che la brasiliana Vale applicherà un rialzo dell'8,8% che porterà il minerale di ferro a 149,20 dollari per tonnellata. Per Rio Tinto il rincaro dovrebbe essere invece del 7,6% a 138,55 $/tonnellata.
Anche sul mercato spot, intanto, i prezzi sono in tensione. I tre principali indici – lo Steel Index 62 Fe, il Metal Bulletin Iron Ore Index e il Platts Iron Ore Index 62 Fe – in questi giorni sono tutti tornati a livelli che non raggiungevano dall'inizio di maggio, intorno a 170 $/tonnellata per il materiale consegnato nel Nord della Cina. Le acciaierie cinesi non stanno acquistando quasi nulla in questo periodo: i prezzi troppo alti e la difficoltà nel trasmettere a valle i rincari delle materie prime, unite ad un assottigliarsi del credito concesso dalle banche, le hanno probabilmente convinte a dar fondo alle scorte prima di ripresentarsi sul mercato.
Le giacenze, tuttavia, si sarebbero fortemente ridotte secondo gli analisti. Inoltre, ad accentuare la tensione sui prezzi del minerale di ferro è intervenuto un nuovo allarme dell'Australian Bureau of Meteorology. Se negli stati orientali del paese le alluvioni stanno paralizzando quasi completamente l'export di carbone (oltre a compromettere i raccolti di grano, canna da zucchero e cotone), a occidente a far paura sono i cicloni: in questa stagione – sempre a causa della Niña – ne è atteso un numero doppio rispetto alla norma e nelle prossime ore uno rischia di investire le coste del Pilbara, nel Western Australia, regione che rappresenta il maggiore centro di produzione di minerale di ferro in Australia. Per colpa di un altro ciclone, che appena due settimane fa ha bloccato il porto di Dampier, Rio Tinto prevede di aver perso esportazioni per 0,5-1 milione di tonnellate (su un totale nell'anno di 220 milioni).
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