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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 06:41.
La banca centrale indiana ha elevato da 23 a 30 il numero degli istituti autorizzati a importare oro e argento: una decisione che potrebbe accrescere ulteriormente i consumi in un paese che è già il maggiore importatore mondiale dei due metalli preziosi. La notizia ha probabilmente contribuito a spingere in rialzo le quotazioni, nonostante il rafforzamento del dollaro: l'oro è tornato a superare 1.420 dollari l'oncia per la prima volta da circa un mese ed è ora ad appena una decina di dollari dal picco storico di 1.430,95 $/oz, mentre l'argento – uno degli asset più remunerativi nel 2010, grazie a un apprezzamento di oltre l'80% – ha aggiornato ieri il record trentennale a 31,22 $/oncia.
Le nuove autorizzazioni concesse da New Delhi riguardano banche di piccole dimensioni, la cui attività tuttavia è focalizzata su aree rurali, in cui la gioielleria in oro è un dono augurale particolarmente apprezzato e in cui gli orafi erano finora piuttosto sguarniti di servizi di prestito del metallo.
Secondo il World Gold Council l'anno scorso le importazioni di oro dell'India potrebbero aver superato 700 tonn, anche se altre stime sono molto più prudenti, per via di un rallentamento negli acquisti osservato nell'ultimo trimestre. Quanto all'argento, la Bombay Bullion Association afferma che nel 2010 l'import potrebbe essere aumentato di ben il 25%, al record assoluto di 1.200 tonn. Le quotazioni elevate potrebbero comunque aver scoraggiato anche in questo caso gli acquisti verso fine anno.
Il fenomeno ha certamente influenzato l'andamento delle vendite di monete da parte della Us Mint: la zecca statunitense ha comunicato che in dicembre c'è stato un vero e proprio crollo. Per l'American Eagle è l'intero 2010 ad essersi concluso con un calo di vendite (-14% a 1,221 milioni di oz). Maggiore successo hanno avuto le monete di argento, le cui vendite nell'anno sono aumentate di un quinto a 34,663 milioni di once.
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