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Più appeal in Borsa se la clientela è femminile

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 06:41.


«Siamo lunghi sulle donne». Neil Dutta e Ethan S.Harris di Bank of America-Merrill Lynch, nel loro report dal titolo provocatorio «Chi porta i pantaloni», usano una metafora da sala di trading per indicare le stime positive sui consumi al femminile. Dalla crisi economica si sta uscendo lentamente ma le prime a vedere un miglioramento dei loro guadagni saranno proprio le donne e a beneficiarne saranno naturalmente le società che le annoverano fra i propri clienti. «Le donne - scrivono i due analisti - hanno un livello di educazione superiore, vivono più spesso per conto proprio, hanno migliori opportunità di lavoro e beneficeranno di un potenziale di guadagni maggiore rispetto agli uomini». Proprio per questo il consiglio per gli investitori è di andare alla ricerca delle società di consumo che si rivolgono alle donne.
D'altra parte il trend si sta consolidando a livello economico negli Usa e chi investe in Borsa non lo può più ignorare. Da qualche tempo il termine breadwinner, chi porta a casa la "pagnotta", si sta connotando sempre di più al femminile. In particolare negli Stati Uniti una donna su cinque guadagna più del proprio partner (22%), contro il più esiguo 4% del 1970. Negli ultimi quarant'anni, infatti, si è in parte colmato anche il gap salariale: i loro stipendi sono cresciuti del 44% a fronte di un 6% di incremento delle retribuzioni maschili, secondo i dati Pew Research Center. Per gli economisti di Bofa, inoltre, la crisi economica ha penalizzato più gli uomini che le donne nel mondo del lavoro. Senza contare che queste ultime influenzano circa l'80% degli acquisti.
I titoli consigliati, quindi, sono quelli più "prettamente femminili": l'abbigliamento Ann Taylor, l'abbigliamento sportivo di Lululemon, la grande distribuzione di Target e le scarpe di Dsw. Si tratta di azioni che hanno già realizzato una buona corsa durante il 2010: Lululemon ha più che raddoppiato la sua capitalizzazione dai minimi di fine agosto e viaggia ora a 67,5 dollari per azione; Target ha chiuso il 2010 con un saldo positivo di oltre il 10 per cento a quasi 55 dollari; Dsw dai minimi del luglio scorso ha visto un rialzo di quasi il 40 per cento e vale 35,8 dollari ad azione; infine il titolo di Ann Taylor ha raddoppiato il suo valore dai minimi di gennaio e quota 23 dollari.

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Tags Correlati: Ann Taylor | Bank of America-Merrill Lynch | Borsa di Stoccolma | Borsa Valori | Dati di bilancio | Ethan S.Harris | Inditex | Istat | Italia | Kevin Plan | L'Oréal | Massimo Dutti | Neil Dutta | Vf Corp

 

Il mercato è tanto interessante, che oltre alle società citate nel report altre stanno cercando di conquistare fette di mercato femminile. A cominciare da dal marchio di abbigliamento sportivo Under Amour, che ha chiuso il terzo trimestre dell'anno con utile netto e ricavi in crescita del 22 per cento. A detta dell'amministratore delegato Kevin Plan nel corso del 2010 le vendite alla clientela femminile hanno superato quelle agli uomini. Nello stesso settore opera Vf Corp, che ha chiuso il penultimo trimestre del 2010 con utili per azione a livello record a fronte di ricavi in incremento del 7 per cento. Tanto che la società ha rivisto al rialzo le stime per l'esercizio e il titolo ha guadagnato il 10% nel 2010.
In Europa si sta avvantaggiando del trend l'iberica Inditex, che produce i marchi Zara, Massimo Dutti, Oysho e Bershka. Il titolo a Madrid ha guadagnato oltre il 20% nell'ultimo anno di contrattazione. Nei soli primi nove mesi dell'anno il gruppo ha aperto 300 nuovi negozi portando il numero complessivo di punti vendita a quota 4.907 in 77 paesi al mondo. Nello stesso periodo le vendite sono cresciute del 14%, mentre l'utile netto è salito del 44% a 1,179 miliardi di euro. Dal Nord Europa arriva, invece, l'espansione di H&M. Il gruppo svedese, che conta 2.078 punti vendita al mondo, ha registrato nei primi nove mesi del 2010 vendite in aumento del 14%, con un trend che è andato migliorando negli ultimi mesi dello scorso anno. Il titolo, quotato alla Borsa di Stoccolma, ha registrato una performance del 10% lo scorso anno.
Altro settore, ma risultati comunque positivi, per la francese L'Oreal. Nel terzo trimestre dell'anno il gruppo ha battuto le stime degli analisti con ricavi in progresso del 14,6% a 4,85 miliardi grazie all'incremento della domanda nei paesi emergenti. In Italia ha avuto un esercizio positivo Coin, che nei primi nove mesi ha registrato vendite in rialzo del 38,8%, grazie anche all'acquisizione di Upim.
In Europa, però, l'analisi è differente da paese a paese. Se in Uk è in continuo aumento il numero delle donne facoltose e, più in generale, il gap salariale si sta riducendo, in Italia gli ultimi dati Istat indicano una disoccupazione femminile in crescita al 10 per cento. Più difficile, quindi, ipotizzare una crescita delle vendite alle donne.
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Quattro brand in vetrina
Il gruppo di abbigliamento femminile nel terzo trimestre ha visto un utile netto raddoppiato e vendite in rialzo del 12 per cento
Utile netto in progresso dell'80% per l'azienda di abbigliamento sportivo a fronte di ricavi saliti del 53% nel terzo trimestre 2010
Il marchio di scarpe ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in rialzo del 31% e vendite salite di oltre il 10% rispetto al 2009
Il gruppo della grande distribuzione ha realizzato un profitto netto in rialzo del 28,5% a fronte di vendite salite del 3 per cento

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