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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:10.
La Fondazione Crt ha deciso di entrare nel capitale del Banco Popolare con lo 0,5%. La delibera, che ora attende l'approvazione del Ministero dell'Economia, è stata presa ieri dal consiglio di amministrazione dell'ente torinese presieduto da Andrea Comba. Analoga decisione sarà esaminata dal consiglio generale e dal cda della Fondazione CariVerona, nelle sedute del 27 e 28 gennaio. L'ente veronese, più precisamente, ha dato disponibilità a investire fino a un massimo di 200 milioni nel Banco Popolare – anche su spinta del sindaco leghista di Verona Flavio Tosi – arrivando così fino al 5% del capitale della cooperativa.
Ma per farlo è necessario che il Parlamento approvi una modifica al tetto al possesso azionario nelle Popolari, elevandolo dall'attuale 0,5 al 5%. A questo proposito, proprio oggi dovrebbe essere presentato dal deputato veronese del Pd Gianni Dal Moro alla commissione finanze del Senato l'emendamento al decreto Milleproroghe, che innalza al 5% il tetto al possesso azionario per tutte le Fondazioni. Dal Moro ha precisato ieri che «l'emendamento ha il sostegno del partito».
A favore dovrebbe esprimersi anche la Lega Nord, come auspicato da Tosi. Ma non è affatto chiaro se l'emendamento otterrà la maggioranza dei voti parlamentari, perchè – anche se più silenzioso – è altrettanto forte il fronte del no. E certo non saranno irrilevanti le perplessità espresse pochi giorni fa dal presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti. E, secondo l'agenzia Il Sole 24 Ore-Radiocor, all'interno della stessa maggioranza di Governo vi sarebbero forti resistenze a modificare la normativa a favore di Fondazione CariVerona. Sul tema peserà il parere del Ministro dell'economia Giulio Tremonti, che finora non si è espresso sull'argomento.
In ogni caso, è già certo che Fondazione Crt e Fondazione CariVerona rileveranno almeno lo 0,5% a testa del Banco Popolare, ovvero circa l'1% cadauna delle azioni di nuova emissione nell'ambito dell'aumento di capitale da 2 miliardi che proprio ieri ha debuttato in Borsa. In una seduta di debolezza del listino (Ftsie Mib -0,54%) e di fragilità delle banche popolari (Ubi banca -2,38%, Bper -2,01%), anche il Banco Popolare ha ceduto terreno chiudendo in calo del 2,9% a 2,345 euro (-18,7% i diritti di opzione). Livello che resta comunque ben sopra il prezzo d'offerta delle nuove azioni, che saranno emesse a 1,77 euro nel rapporto di sette nuove ogni cinque vecchie. A testimoniare la fiducia nell'operazione, l'annuncio di ieri che l'amministratore delegato Pierfrancesco Saviotti ha acquistato venerdì scorso 20mila azioni per un controvalore di 66.620 euro.