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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 11:43.
Nel 2010 gli investimenti diretti stranieri in Cina hanno raggiunto il record di 105,7 miliardi di dollari, con una crescita del 17,4% sul 2009, anno in cui erano invece calati del 2,3% a causa della crisi finanziaria globale. Lo ha reso noto il ministero del Commercio cinese. La cifra include fondi investiti in fabbriche, immobili e altre attività, ad esclusione di azioni e vari strumenti finanziari.
Record a dicembre
Nel solo mese di dicembre gli investimenti sono balzati del 15,6% al livello mensile record di 14 miliardi di dollari. I dati del ministero cinese evidenziano che i flussi si sono concentrati soprattutto nella vasta area rurale centrale della Cina e nelle regioni occidentali, dove i costi sono nettamente più bassi. Il settore immobiliare ha rappresentato il 22,7% dei 105,7 miliardi di dollari di investimenti complessivi dell'anno.
L'elevato flusso di investimenti esteri di dicembre e dell'intero 2010 spiega le difficoltà che il governo cinese incontra nel tenere sotto controllo la grande liquidità presente nel sistema con relativi rischi di inflazione.
Gli investimenti cinesi all'estero
Livelli record hanno toccato anche gli investimenti cinesi (non finanziari) all'estero: l'aumento è stato del 36,3% fino a 59 miliardi di dollari. Gli investimenti effettuati sotto forma di fusioni e acquisizioni rappresentano il 40,3% del totale per un valore complessivo di 23,8 miliardi di dollari.
In competizione con la Banca Mondiale
Un indicatore della intensa attività estera e delle ambizioni di Pechino di accrescere la sua influenza globale, sono i prestiti accordati ai paesi in via di sviluppo e che negli ultimi due anni hanno superato quelli della Banca Mondiale. Come riporta il Financial Times, tra il 2009 e il 2010, la Cina avrebbe prestato almeno 110 miliardi di dollari a governi e aziende di paesi in via di sviluppo, superando i 100,3 miliardi della Banca Mondiale.
Una montagna di riserve
Il governo cinese, d'altra parte, siede su una montagna di riserve di valuta estera che hanno raggiunto nel 2010 i 2.850 miliardi di dollari e dal 2009 supporta le compagnie statali che vanno in giro per il mondo a caccia di materie prime e risorse varie. Banche come China Development Bank, Export-Import Bank of China e Bank of China concedono fondi chiedendo come garanzia forniture petrolifere e finanziano progetti infrastrutturali in paesi come il Ghana e l' Argentina. Sembra che le condizioni offerte dalla Cina siano anche migliori di quelle della Banca Mondiale che, proprio per evitare rivalità sul fronte dei prestiti, starebbe cercando della modalità di collaborazione con Pechino.