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Finanza e Mercati Materie Prime

Il cacao ignora le sanzioni Ue

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 06:41.


Le nuove sanzioni decretate dall'Unione europea contro la Costa d'Avorio rischiano di rendere più difficili le esportazioni di cacao del primo fornitore mondiale. Per accrescere la pressione su Laurent Gbagbo, autoproclamatosi presidente nonostate la sconfitta alle urne, Bruxelles sabato ha vietato ogni transazione con 85 individui e 11 società sospettati di «contribuire a finanziare il governo illegittimo». Tra queste vi sono i porti di Abidjan e San Pedro, da cui partono le spedizioni di cacao. Fonti Ue hanno precisato alla Reuters che le disposizioni vietano alle navi battenti bandiera europea qualunque operazione con i due porti, a meno che non sia sancita da un contratto precedente l'introduzione delle sanzioni. Le ripercussioni sull'export di cacao potrebbe quindi verificarsi a scoppio ritardato, anche se alcuni analisti ricordano come il cacao sia sempre riuscito a varcare le frontiere della Costa d'Avorio, anche all'apice della guerra civile, nel 2002-03. «Vorrà dire che molto più cacao passerà attraverso il Ghan», commenta Gary Mead di Vm Group.
I fatti finora confermano la teoria. Nelle ultime settimane i disordini nel paese hanno ucciso 247 persone, secondo l'Onu. Ma finora gli arrivi di cacao nei porti sono stati addirittura più abbondanti del solito: gli esportatori stimano che al 16 gennaio fossero a quota 744mila tonnellate, il 2,4% in più rispetto a un anno prima. Le violenze, d'altra parte, si sono concentrate nella parte occidentale del paese e in alcuni quartieri di Abidjan, senza raggiungere le aree agricole e le principali arterie di trasporto.
Dopo un breve rally successivo all'elezione contesa, l'allarme si è sgonfiato anche sul mercato dei futures: al Liffe il cacao valeva ieri 2.005 sterline per tonnellata, invariato rispetto a venerdì. A frenare i prezzi sono anche le condizioni favorevoli dei fondamentali. La domanda non si è ancora ripresa del tutto dopo la crisi – nel quarto trimestre 2010 le macinazioni europee sono calate del 2,4% su base annua a 342.713 tonn. – e i raccolti sono abbondanti.
L'International Cocoa Organization (Icco) prevede che nel 2010-11, dopo cinque anni di deficit, il mercato del cacao possa tornare in equilibrio: la produzione dovrebbe salire del 6-8% a 3,8 milioni di tonn. a fronte di consumi per 3,7 milioni di tonn (+2,9%). Jean-Marc Anga, executive director dell'Icco, ritiene che almeno nel breve termine i prezzi resteranno intorno a 1.900 £/tonn a Londra e 2.900 $/tonn a New York. La Costa d'Avorio potrebbe diventare un problema «solo se la situazione di stallo dovesse durare per mesi o peggio degenerare in un conflitto armato», perché ne soffrirebbero gli investimenti nelle piantagioni.

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Tags Correlati: Africa Occidentale | Bruxelles | Fonti Ue | Gary Mead | International Cocoa Organization | Jean-Marc Anga | Laurent Gbagbo | Macquarie Bank | Materie prime | Onu | Reuters | San Pedro | Vm Group

 

Sulla stessa linea Kona Haque, commodity strategist di Macquarie Bank: «Se il mercato fosse stato in deficit, i prezzi del cacao avrebbero incorporato un premio molto più alto per il rischio. Non c'è panico perché l'offerta sta crescendo».
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