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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 08:58.
NEW YORK - Un terremoto manageriale inaspettato ha cambiato ieri la struttura del ponte di comando a Google, il più importante motore di ricerca al mondo: Eric Schmidt, l'amministratore delegato del gruppo e «l'ancora adulta» per il mercato, sarà sostituito a partire dal prossimo 4 di aprile da Larry Page, il co-fondatore con Sergei Brin di uno dei grandi fenomeni industriali e sociali del nostro tempo. «Larry, Sergei e io abbiamo discusso a lungo come poter meglio semplificare la nostra struttura manageriale per accelerare il processo decisionale e durante le vacanze abbiamo concluso che questo era il momento migliore per fare alcuni cambiamenti», ha scritto Schmidt su Twitter.
Poi ha aggiunto: «Una supervisione adulta nel giorno per giorno non è più necessaria: Larry fonderà la visione di business con la tecnologia mentre io mi occuperò di relazioni con clienti e relazioni d'affari di più ampio respiro».
La decisione è giunta a sorpresa e ha scatenato mille interpretazioni su internet. C'è stata una lite? Larry rivendicava un ruolo più importante a questo punto della sua carriera? Dovendo affidarci alla prevalenza dei commenti sulla rete, sembra che Eric Schmidt si sia stancato delle responsabilità del giorno per giorno dopo dieci anni di guida del gruppo e, soprattutto, dopo averlo trasformato nel colosso che è diventato. «Credo che Schmidt si sia stancato e fra i due fondatori Larry era sempre stato quello più interessato agli aspetti di gestione». Larry dunque ha imparato all'ombra di Schmidt. I due fondatori hanno capito dieci anni fa che avevano bisogno di un professionista che desse credibilità al loro progetto. Ma forse fin d'allora pensavano a una soluzione temporanea, a un «ponte» per accompagnare la loro crescita sia professionale che anagrafica.
Sempre ieri Google ha annunciato i risultati per il quarto trimestre, che hanno puntualmente battuto le aspettative del mercato. Il fatturato è aumentato del 17% a quota 8,44 miliardi di dollari, il profitto netto è stato di 2,54 miliardi di dollari (+29%). La stagione natalizia è andata benissimo soprattutto dal punto di vista della pubblicità. Ma all'orizzonte si profila l'ombra lunga di Facebook, ormai il concorrente più diretto che si prepara a scendere in borsa sotto la guida di Mark Zuckerberg, ancora più giovane di Page e Brin. Per Page non era immaginabile tirarsi indietro in questo scontro fra giovani titani che segnerà il settore informatico da qui ai prossimi due anni.