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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 06:41.
MILANO
Grandi manovre delle Fondazioni sul Banco Popolare, che in questi giorni ha in corso l'aumento di capitale da due miliardi di euro. Dopo l'ok della torinese Fondazione Crt, il cui cda ha deliberato di entrare nel Banco con una quota dello 0,5%, domani si riunirà il cda della Fondazione CariVerona che potrebbe decidere di salire fino al 5% del Banco Popolare. Proprio ieri infatti è stato presentato in Parlamento il preannunciato emendamento «bipartisan» al decreto Milleproroghe, per innalzare dallo 0,5 al 5% il tetto al possesso azionario nelle Popolari da parte delle Fondazioni. «La proposta – ha commentato il deputato veronese Gianni Dal Moro (Pd) – parte da un semplice ragionamento: fra poco, com'è noto, tutti gli istituti di credito – e le banche popolari anzitutto – dovranno adeguarsi alle nuove norme di Basilea 3. Per molte di loro si porrà la necessità di intervenire sul proprio capitale per aumentare gli standard richiesti dalla nuova normativa europea. È un'iniziativa – ha detto Dal Moro – che mi auguro sia sostenuta trasversalmente dai colleghi di tutti i gruppi parlamentari». Si vedrà se in Parlamento vi sarà davvero una maggioranza che approverà l'emendamento. E se i tempi dell'eventuale variazione di legge saranno compatibili con l'ingresso di CariVerona nel Banco Popolare, il cui aumento di capitale (compresa l'asta degli eventuali diritti inoptati) si chiude a metà febbraio.
Se giovedì il tema del cda veronese riguarderà la popolare, venerdì la Fondazione CariVerona riunirà il consiglio generale per esaminare la variazione dello statuto – che dovrebbe consentire a Biasi di rimanere alla presidenza, anche in caso di condanna al processo per il fallimento di una delle sue società – e per la nomina di due consiglieri, come coda finale del rinnovo che a ottobre ha visto la Lega entrare in forze al vertice dell'ente.
In attesa delle novità veronesi, il Banco Popolare resta al centro delle valutazioni delle Fondazioni. E potenziale nuovo punto d'incontro degli enti. Oltre a Crt e CariVerona, quest'ultima ancora con «dosi» da definire, starebbero valutando un intervento in sede di aumento anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che da poco ha rinnovato il vertice gestionale, e la Fondazione Cassa di Rispamio di Modena. Nessun commento ufficiale dalle due Fondazioni, ma in entrambi i casi non sfugge il legame territoriale: Cassa di Lucca fa parte del gruppo Banco Popolare, mentre la Fondazione Carimodena (che tramite Carimonte è azionista di UniCredit) è attenta al modenese Banco San Geminiano e San Prospero, banca emiliana del Banco Popolare.