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UniCredit sceglie il dopo Ermotti

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 06:41.

Nella short list di tre nomi per il dopo-Ermotti, in UniCredit spunta la "nomination" di Jean-Pierre Mustier, ex capo dell'investment banking di Société Générale. L'ex banchiere di SocGen sarebbe uno dei principali candidati per sostituire Sergio Ermotti alla guida del corporate & investment banking di UniCredit Group. Stando alle indiscrezioni non confermate, la scelta del successore di Ermotti – tra cui compare il nome di Mustier – potrebbe approdare già la settimana prossima all'esame del comitato nomine di UniCredit, che poi proporrà la nomina del banchiere transalpino al board della settimana successiva. «La decisione è questione di settimane, di giorni – aveva commentato due giorni fa il neo Chief executive officer di UniCredit Federico Ghizzoni – dobbiamo decidere all'interno di una short list e credo che la decisione sia a breve». L'arrivo di Mustier in UniCredit sarebbe ben visto anche dai regolatori. Da oggi Ghizzoni sarà a Davos, al forum internazionale in cui converranno i maggiori banchieri europei. Al suo ritorno, quindi dall'inizio della settimana prossima, il dossier sul dopo-Ermotti sarà la priorità sul tavolo del management che tirerà le fila della selezione avviata con la ricerca effettuata dagli head hunter.

Le tre candidature sono tutte di profilo internazionale, secondo l'impostazione voluta dal presidente Dieter Rampl che in più occasioni ha chiesto che UniCredit mantenesse un forte profilo di internazionalità per la divisione corporate & investment banking. La candidatura di Mustier, che ha sviluppato la forte crescita di SocGen nel settore finanziario (denunciando l'operato del trader "infedele" Jerome Kerviel), va in questa direzione. Ma la scelta definitiva, poichè per il momento le candidature non sono passate in modo formale da comitati e consigli di amministrazione, sarà fatta solo nei prossimi giorni. In ogni caso, l'intenzione di UniCredit è di chiudere entro metà febbraio la partita della successione di Ermotti. In modo che il nuovo capo del corporate & investment banking abbia la possibilità di intervenire fin dall'avvio dell'esercizio 2011 su un bilancio cui l'area finanza è chiamata a contribuire in maniera decisiva.

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Tags Correlati: Amundi | Dieter Rampl | Federico Ghizzoni | Fondazione Cariplo | Fondi comuni | Intesa Sanpaolo | Jean-Pierre Mustier | Jerome Kerviel | Pioneer | Resolution | Sergio Ermotti

 


L'altro grande dossier su cui Ghizzoni e il board di UniCredit dovranno misurarsi a fondo è il destino della controllata Pioneer Investments, il polo attivo nell'asset management. Nella gara coordinata dall'advisor Merrill Lynch per la cessione/aggregazione di Pioneer, finora i pretendenti sono tutti esteri: i francesi di Amundi (Société Générale-Credit Agricole) e Natixis, e l'inglese Resolution. Ma non mancano le spinte per una "virata" verso un'operazione di sistema, che punti a creare un forte player domestico dell'asset management unendo Pioneer alla Eurizon Sgr di Intesa Sanpaolo. Ipotesi che, da ieri, ha anche uno sponsor di rilievo tra gli azionisti di Intesa Sanpaolo, ovvero il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. «Tifo perchè riescano a fare questa operazione, che consenta al risparmio italiano di essere gestito dall'Italia», ha commentato ieri Guzzetti a margine della presentazione dei programmi della Cariplo, che manterrà intanto stabili a 190 milioni di euro le erogazioni nel 2011 a dispetto della crisi e di dividendi dalla banca meno ricchi del passato. Sull'ipotesi Pioneer-Eurizon, Guzzetti ha poi detto di «non conoscere questi progetti perchè competono ad altre sedi ma se si riesce a trovare, non solo su questo tema ma anche altri, una collaborazione all'interno del sistema bancario italiano, soprattutto tra i due più grandi istituti, questo è positivo». Aggiungendo: «UniCredit ha acquisito Pioneer dagli stranieri, non vedo perchè dovrebbe ridarlo».


In attesa di verificare in che modo andrà avanti l'attuale procedura di cessione di Pioneer, che per UniCredit ha un senso solo a patto di incassare più dei 2,5 miliardi iscritti a bilancio, bisognerà vedere nei prossimi giorni se e in che modo le Fondazioni azioniste di UniCredit risponderanno alle avances di Guzzetti e al suo tifo «da italiano» per la difesa del risparmio gestito domestico.

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