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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2011 alle ore 08:16.
Il precipitare della crisi in Egitto ha risollevato repentinamente le quotazioni dell'oro, dopo una discesa ai minimi da 4 mesi. È ancora presto per capire se l'inversione di tendenza è destinata a durare. Ma di certo il metallo giallo aveva iniziato il 2011 decisamente sotto tono: una delusione per gli investitori, che confidavano in una galoppata continua dopo i record di fine 2010.
Il movimento discendente (circa l'8% in meno in quattro settimane) è stato accompagnato indifferentemente da un dollaro al rialzo o al ribasso: la correlazione con il biglietto verde, già fortemente indebolita negli ultimi anni, non aiuta a capire il movimento. Accanto alle motivazioni di tipo fondamentale – il miglioramento dell'economia, che aveva fatto perdere appeal all'oro – ci sono anche spiegazioni di tipo tecnico-grafico che stanno allarmando gli analisti. In particolare è un grafico ad essere attentamente monitorato: quello che sintetizza il rapporto Gold/Crb, ovvero le quotazioni dell'oro rispetto all'indice generale delle materie prime Reuters-Jefferies Crb.
Già alla fine di dicembre su Seeking Alpha, uno dei blog finanziari più influenti a livello internazionale, era stato lanciato l'allarme, con un articolo dal titolo eloquente: «L'oro non sta più conducendo le danze». Osservando infatti il rapporto grafico tra oro e Crb si notava come a partire dalla metà di dicembre il grafico di forza relativa del metallo avesse mollato l'importante supporto che dal luglio 2009 ne aveva sorretto la netta ascesa rispetto al resto della commodities. Gli sviluppi di questa discontinuità, arrivata dopo circa un anno e mezzo di rally, si stanno vedendo concretamente in questi giorni. La struttura rialzista di lungo termine resta assolutamente immutata per il metallo giallo, ma questo cedimento ha aperto le porte a una fase di consolidamento la cui durata appare incerta.
Negli ultimi mesi, rileva Seeking Alpha, le forti performance delle materie prime agricole e le quotazioni del greggio su livelli sostenuti hanno offuscato il bene rifugio per eccellenza: segno che i grandi investitori in questo momento preferiscono altro. Per tornare a veder brillare l'oro bisognerà che il metallo dia nuovi segnali di forza rispetto alle altre materie prime: a quel punto anche i grafici diranno che i big sono tornati a credere in questa commodity.