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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2011 alle ore 08:17.
La Lega Calcio scende in campo per disinnescare la mina della prematura chiusura di Dahlia. La pay tv sul digitale terrestre, che trasmette alcune partite Serie A (otto squadre) e tutta la Serie B in esclusiva, ha alzato all'improvviso bandiera bianca. I soci non sono disposti a versare altri soldi e c'è il rischio che il segnale si spenga del tutto, lasciando in mezzo alla strada i dipendenti, 600mila abbonati e la stessa Lega che si troverebbe una parte di club oscurati dal black-out.
Ora all'orizzonte, secondo varie indiscrezioni di mercato, si profila una soluzione ponte, che vedrebbe un inedito tandem Lega Calcio-Telecom Italia Media. Per domani è convocata l'assemblea dei soci di Dahlia (la famiglia svedese Wallenberg, i fondi stranieri Constellation e HiBridge più la stessa TiMedia). Lega Calcio, e l'advisor Infront (la società incaricata a gestire i diritti tv), pensano alla creazione di una newco per riprendersi i diritti delle partite in mano a Dahlia (che di fatto sono della Lega la quale li vende in asta ogni anno). Nel progetto sarebbe anche coinvolta Ti Media come socio: la società guidata da Gianni Stella e controllata dal gruppo Telecom Italia, che fino a ieri incassava soldi dall'affitto della banda tv alla partecipata Dahlia Tv, sarebbe chiamata a conferire, gratuitamente, quella stessa banda come equity. La Lega non vuole fare l'editore tv o sostituirsi agli esistenti, ma sta cercando di fare da collante per risolvere il problema e chiede a tutti uno sforzo.
A seguire il dossier è in prima persona Maurizio Beretta, il presidente della Lega che vuole scongiurare il rischio oscuramento. Certo è una lotta contro il tempo perché Mauro Paoloni, il professore indicato come liquidatore della società, sarebbe intenzionato a staccare la spina (col timore di una class action da parte degli abbonati). La Lega invece chiede più tempo, almeno fino al 15 febbraio, per approfondire una questione così complessa.
La liquidazione di Dahlia Tv ha fatto esplodere a ciel sereno due problemi: uno, più immediato, è come garantire la continuità delle trasmissioni (nonché salvare l'occupazione e tutelare i clienti). Il secondo, in prospettiva, è che la scomparsa dell'unico competitor di Mediaset sul digitale terrestre rischia di far diventare l'asta sui diritti, la prossima estate, una gara con un concorrente unico.