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Un ciclone minaccia lo zucchero

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2011 alle ore 06:42.


Dopo le alluvioni, un'altra catastrofe climatica sta per investire lo stato australiano del Queensland, con gravi rischi non solo per la popolazione, ma anche per le materie prime di cui l'area è ricca. Stavolta l'allarme riguarda soprattutto la canna da zucchero, ma ci sono serie possibilità che si verifichino nuovi danni anche nelle miniere di carbone, che ancora non sono riuscite a recuperare un ritmo di produzione normale.
La minaccia si chiama Yasi: un ciclone che nelle prossime ore si abbatterà sulle coste nordorientali del Queensland, con una forza che i meteorologi temono paragonabile a quella dell'uragano Katrina, che nel 2005 devastò New Orleans. «Questo non è un sistema che si indebolirà rapidamente dopo aver toccato la costa – afferma Gordon Banks, del Bureau of Meteorology – Potremmo vederlo spingersi molto avanti nell'entroterra». Nella peggiore delle ipotesi, secondo alcuni, potrebbe raggiungere addirittura le miniere di Mount Isa, che distano 900 km dal mare.
Con un fronte di 650 km e venti fino a 280 km l'ora, il ciclone Yasi è stato definito «gigantesco e potenzialmente letale» dal premier del Queensland, Anna Bligh, che ha disposto l'evacuazione di 400mila persone, concentrate soprattutto nelle aree di Cairns e Townsville, città turistiche, oltre che vocate alla produzione di zucchero. «Se il ciclone non cambia direzione, provocherà perdite enormi», avverte Steve Greenwood, direttore dell'associazione dei coltivatori di canna del Queensland, stato da cui proviene il 90% della produzione di zucchero dell'Australia, che a sua volta è il terzo esportatore mondiale del dolcificante, alle spalle di Brasile e Thailandia. In annate normali l'export di Canberra si aggira intorno ai 3 milioni di tonn. (circa il 10% delle forniture mondiali). Ma l'eccesso di pioggia negli ultimi mesi ha indotto ad abbassare la previsione per il 2010-11 a 2,4 milioni di tonn. La produzione di canna è stata infatti di 27,4 milioni di tonn, contro i 33 previsti in origine. Adesso nei campi ci sono soprattutto arbusti giovani, da raccogliere nella prossima stagione.
«Circa un terzo della canna da zucchero australiana proviene dall'area a nord di Townsville – spiega Greenwood – La minaccia riguarda quindi una decina di milioni di tonnellate. Non dico che andranno tutte perse: dipende da dove colpirà il ciclone. Ma stiamo comunque parlando di un ciclone di categoria 4, qualcosa in grado di spezzare e schiacciare il 40-50% delle canne». Un'eventualità che, con lo zucchero in deficit di offerta, potrebbe avere gravi ripercussioni sui prezzi, già vicini ai massimi trentennali.

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Tags Correlati: Anna Bligh | Dati di bilancio | Gordon Banks | Steve Greenwood | Townsville

 

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